Grazie ad una giornata meteorologicamente pessima (pioggerella, fitta e fastidiosa), la passeggiata con Mou dalle due ore abituali si è ridotta ad una mezz’ora scarsa, lasciandomi il tempo di guardare (e a volte leggere) le breakin’news dei social. Che sono , molto spesso, veramente “Breaking”, cioè rompono.
Quelle intelligenti, rompono l’indifferenza, quelle polemiche rompono gli equilibri e quelle fake rompono e basta. Purtroppo le ultime sono la maggioranza, alimentate da chi le propala per burla, chi per superficialità e chi per volontà di destabilizzare o volgere le opinioni a propio favore. Se ascoltate gli “umarell” da social, cioè gli anziani che invece di osservare i cantieri , guardano i vari FB, Tweet e via postando, sentirete dei commenti che tanto somigliano a quelli che si sentivano al bar sotto casa dai loro predecessori: “… ai miei tempi non era così, queste cose non succedevano, adesso è una vergogna…” ecc.ecc. In realtà la teoria del fatto che tutti mangiano un pollo mentre invece lui ne mangia due e io nessuno (si chiama statistica) riesplode anche in questo caso. Anche prima con strumenti differenti ed in misura meno appariscente accadeva tutto ciò: solo che gli strumenti erano differenti. Meno universali ed efficaci, c’era il passaparola, i giornali (pochi) diffondevano le notizie che volevano a secondo della linea politica dell’editore e più era grande il bacino di utenza e più si diffondevano le news. Anche in passato fiorivano le “bufale”, solo che era più difficile individuarle, perché pochi avevano la possibilità di fare un confronto: le rassegne stampa erano ad appannaggio solo di chi ci lavorava con le news, e pochi altri. Diciamo che il web e in particolare il web-condiviso, cioè i social, sono un amplificatore ed acceleratore di quello che succedeva prima.
Un’altro esempio? Facile: l’E-Commerce. E non parlo di quello legato alle marche, quello che compri per comodità on-line anziché nei negozi, ma delle “cinesate”, le robe quasi inutili vendute da siti o app provenienti da sedi distribuite nei paesi più improponibili.
Fino ad una trentina d’anni fa (a spanne), nella terza di copertina di molte riviste di tutti i generi, c’erano in vendita una serie di prodotti miracolosi: dagli occhiali per vedere attraverso i vestiti, al periscopio portatile, allo schermo per trasformare il televisore b/w a colori e così via. Non è molto differente adesso: se andate su alcuni siti orientati ed orientali, moltiplicato per mille, trovate i nipoti dei prodotti elencati, a dei prezzi demoltiplicati per mille.
E anche da questo si capisce perché ci sia tanta confusione…
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Predico bene e poi?
In questo periodo in cui il tranciare giudizi è la norma, voglio autotranciarmi… I miei post, sia quelli da blog che quelli sui vari social, sono mediamente improntati a moderazione, a una valutazione attenta prima di esprimermi. Cerco di capire i problemi, anche se certe volte il giudizio “di pancia” si presenta lì, pronto ad esplodere, e il più delle volte lo tengo a bada. Per esempio, per il rispetto che ho per la natura e gli animali, sono contrario alla caccia, che ritengo non più necessaria, mi fanno star male le immagini degli allevamenti intensivi, però… non riesco a fare a meno di mangiare carne. Il mio unico afflato verso la parziale eliminazione della carne è quella di non mangiare i piccoli: agnelli, vitellini, maialini da latte e, normalmente ci riesco. Ieri no, me ne vergogno, ma ad una cena post lavorativa in Sardegna, non ho saputo dire no ad un porceddu servitomi insieme al resto della cena. Ci sto ancora male. Se qualcuno ha mai preso in braccio un maialino sa cosa intendo. Sono dei cuccioli come quelli dei nostri cani e gatti di casa. Intelligentissimi nella scala delle intelligenze animali, e hanno la percezione precisa di quello che gli accade intorno, compreso quando li stanno per macellare. E più scrivo e più me ne vergogno. L’ idea della violenza verso gli indifesi, umani e non, mi stomaca, non la sopporto. Io ho un atteggiamento speculare nei confronti di tutto: cortese se sei cortese, aggressivo se sei aggressivo, tollerante coi tolleranti, acido nei confronti degli intolleranti. L’importante è capire che siamo all’interno del mondo e non al centro: l’equilibrio è la base di tutto. Che non vuole dire accettare tutto ma valutare e poi prendere le decisioni in merito. Ci sono tanti esempi, soprattutto in questo periodo, dove i leoni da tastiera, aggrediscono gratuitamente chiunque non sia perfettamente allineato con loro. Si fa un gran parlare dei problemi che genera l’uso indiscriminato dei social: non è quello il problema. Il focus della situazione è chi ne fa uso: un tempo quello che ti raccontava la verità ed i segreti del mondo lo trovavi al bare lì lo lasciavi. Adesso c’è l’ ubriaco globale, che trancia e spara giudizi sul tutto e tutti. Dobbiamo chiudere il bar globale o vietare gli alcolici globali?