…ma è bellissimo! Avere sotto gli occhi figlia e nipotino è meraviglioso. Si, lo so, chi non lo vive, non si rende conto e magari non è interessato alla cosa però è così .
D’altronde come tutte le cose che non condividi e che , per questo ti sembrano strane o impossibili. Per esempio proprio oggi, stavo rientrando dopo la solita passeggiata con i miei pelosoni, quando al cancello di casa, dall’altra direzione arriva una ragazza che non si avvicina e mi dice:”… mi scusi, sa io sono terrorizzata dai cani, può farmi passare?” Ovviamente l’ho fatta passare borbottando qualcosa d’incomprensibile…
Notare che i miei cani appartengono al sottogruppo dei patatoni coccolosi e che normalmente devo tenerle lontane le persone, perchè vogliono avvicinarsi sempre per rimediare qualche carezza.
Tornando alla nonnitudine, è una cosa che sposta tutte le priorità: primà i miei problemi di neopensionato erano relativi a come gestire il tempo, a come mettere in fila le cose da fare ed inventarmene altre per i ( molti…) momenti di inattività. Ora, davanti a tutti gli altri c’è lui, pensando a cosa fare quando comincerà a crescere, cosa insegnargli, cosa dirgli e tutto il bagaglio di cose che un nonno può fare e dire.
Per ora comunque, l’impegno principale è coccolarlo o tenerlo in braccio quando non è impegnato in una delle mille poppate che sono i momenti fondamentali della sua vita sociale.
Poi questi si arricchiranno ( speriamo) di tante cose belle e divertenti: già i suoi baby-dog-sitter saranno fonte di interesse, ne sono certo.
Questa sarà la prima di tante puntate dedicate a lui!
Fatevene una ragione, WordPress friends…
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I CASI SONO DUE… O TRE… O ENNE…
A proposito di che cosa?
Di fare un consuntivo di quest’anno. Io. personalmente sto tra color che son sospesi, per citare il Poeta, L’anno l’ho vissuto in mezzo a diverse situazioni, alcune belle, altre meno, molte in mezzo.
Il fatto di avvicinarmi alla nonnitudine per esempio è ovviamente più che positivo: è meraviglioso. Il fatto che la ristrutturazione della casa di mia mamma sia in ritardo di più di sei mesi, non è cosa positiva. Colpa di quella solenne idiozia che è stata il superbonus 110, che ha impegnato tutti quelli che lavorano nell’edilizia e anche quelli che non ci avevano mai lavorato sino ad allora…
Poi sull’occupazione del tempo da pensionato ( e lì la colpa è sicuramente solo mia) che oscilla tra un ricominciare diverse occupazioni, leggi golf da una parte e la radio dall’altra.
In tutto questo c’è la scomparsa della mamma di Nadia, che se n’è andata quando il traguardo dei 90 era poco distante: tanto dolore, e quella parte, ancora più difficile perché ti costringe a farlo trattenendo le lacrime, di pratiche legali inevitabili…
Adesso sono all’alba (o meglio, al tramonto) del 31 di Dicembre a fare i conti di questa annata: un dieci giorni di vacanza in quel di Cefalonia, bella, molto diversa dalle altre isole greche.
Architettonicamente molto veneziana, gastronomicamente un mix di greco e italiano, un sacco di gatti e gattini che fortunatamente vengono trattati bene e la pancia è quasi sempre tondeggiante. Ti viene la voglia di portartene qualcuno a casa ma il problema è come, visto che anche in Grecia la burocrazia è ben consolidata e le pratiche sono ingombranti e lunghe.
Ora si conta alla rovescia , mia dannazione, perché lo faccio dal 1982 , da quando lavoro in tv, per l’arrivo del 2024 che vedrà arrivare anche un nipotino.
Si, vabbè… avete ragione
Trasformare un Blog, che teoricamente dovrebbe essere non dico quotidiano, ma per lo meno voce dei pensieri ed idee del momento, quindi abbastanza frequente, in un mensile non è proprio l’ideale…
La scusa che la pensione crea questo effetto di scollamento del tempo che passa non va bene.
Non va bene perchè significa che i giorni non hanno più un impronta specifica, che ogni giorno ha delle piccole differenze che sono così piccole da non essere registrate come tali e quindi perse.
D’altronde si arriva ad un punto in cui tutto ciò emerge e si sente la necessità di fare il “qualcosa” che differenzia la giornata, che dia un segno, un’impronta e allora , come un accumulatore compulsivo, si affastellano le idee e tutti quei supporti che servono (teoricamente) per metterle in pratica.
Esempio: tastiera per ricominciare a suonare, oppure mazze da golf per riprendere a giocare, o anche tutta l’aggeggistica che serve per rimettersi a trasmettere per radio (ora in streaming)…
La tastiera, più per una scomodità logistica la uso poco, ripromettendomi che quando riordinerò lo studio, sarà in pole position…
Le mazze da golf sono da poco tornate a fare il loro lavoro, anche se su due secchielli da 50 palline, quelle uscite correttamente dalla piazzola sono il 10%. Le altre sono andate un pò qua , un pò la, un pò a destra e un pò mancate proprio (le prime).
La radio è quasi pronta: mixer, microfono e cuffia, pad per generare musiche ed effetti ci sono. Manca il collegamento per il quale occorre qualcuno che lo instradi correttamente e poi si tornerà a sentire il Gianparlo trent’anni dopo.
Quindi, promitto repromitto e iuro, oltre a reggere l’infinito futuro, anche il blog riprenderà vita.
Parola di lupetto.
RITORNO AL PASSATO…
Vale soprattutto per i maschietti , ma probabilmente c’è anche l’equivalente femminile…
Da bambini in spiaggia chi erano i più invidiati? Quelli che erano i più gettonati come amici di gioco?
Facile: quelli che avevano gli “attrezzi da lavoro”, leggi camioncino per la sabbia, la gru per scavare e spostarla sul camion, oppure le betoniere dove mettere il “cemento”.
Non importa che con una paletta e un secchiello si faceva prima, vuoi mettere la soddisfazione di poter manovrare la scavatrice e ribaltare il cassone del camioncino per fare poi il solito castello, mai diverso dagli altri.
Poi passa il tempo, cambiano gli interessi, si mettono in moto gli ormoni e la vita prende direzioni differenti. Affetti, lavoro, passatempi e poi , fortuna e Padreterno permettendo arrivi alla pensione.
Quel momento che hai pianificato da anni, hai immaginato da tempo, hai fantasticato tantissime volte…
Quando arriva poi tutto si rimescola, si mischia e passi il tempo per decidere quale delle cose che hai immaginato puoi fare. Nel frattempo ti metti a guardare quello che fanno gli altri, quelli che hanno ancora un’attività.
Non si capisce perché, ma soprattutto chi fa un lavoro manuale è più interessante degli altri. Quindi chi lavora all’aperto, in cantieri, sulle scavatrici… sulle gru… guidando camion carichi di qualcosa da scaricare, oppure meravigliose betoniere e le gru ormai radiocomandate da terra.
E si torna bambini…
P.S. Nel cercare un’immagine buona per questo post ho trovato dei camioncini fantastici… quasi, quasi me li compro!!!
SABATO, DOV’E’ LA DIFFERENZA?
Non pensavo di arrivare mai a farmi questa domanda… Quando lavoravo c’era sempre una precisa identità in ogni giorno e aldilà di quale fosse della settimana: c’era il giorno del basket, quello delle rubriche del calcio, dell’Nba, delle riunioni più o meno utili (o inutili…), del lavoro in studio o in esterna e, ultimamente, quello in remoto…
Poi è arrivata la pensione, momento atteso da chiunque stia lavorando e l’effetto più evidente è stato questo: una piallata ai contenuti diversificati e diversificanti della propria vita, con una sottolineatura invece di tutto quello che è abitudine .
Certo, vedo molti ex colleghi che si trovano bene a fare una vita completamente differente, anche perchè se la sono organizzata e quindi non la trovano noiosa. In realtà neanche io mi trovo male, però un pò spersonalizzato si. Quando hai vissuto più di quarant’anni in contatto con tantissime persone e facendo altrettante attività, il passare a dovertele scegliere o cercarle è straniante.
Ma non mi preoccupo: fra poco (spero) farò l’umarell in casa mia, quando cominceranno i lavori e avrò il mio da fare (o daffare?)… Intanto mi faccio i miei 6-7 km al giorno a spasso con Mou e Sky il più delle volte nel vicino Parco di Monza, un giorno si e l’altro no a trovare mia suocera in Rsa, un pò strimpello la mia tastiera cercando di imparare Bohemian Rhapsody (discretamente complicata su diversi accordi) e, ultima ora, sto facendo un corso on line di tattoo. Non voglio imitare mio cugino GianMaurizio, che è e resta il primo tatuatore italiano, ma semplicemente imparare una cosa che mi ha sempre incuriosito: applicare la mia capacità di disegnare in un nuovo contesto.
Inoltre, quando arriverà il bel tempo ho una sacca da golf che mi aspetta, insieme a delle lezioni che riportino a galla quello che sapevo fare cinquant’anni fa e che smisi in occasione del dissesto economico di quel periodo.
Dite che in realtà faccio già tante cose? Beh si, diciamo che non mi sono ancora organizzato: ancora adesso, guardando una partita di basket, oltre a tifare mi domando sempre come l’avrei fatta io e cosa avrei fatto vedere.
Insomma, sto cercando di staccarmi dal mio passato ma ancora non ci riesco del tutto: il guaio è che facevo un lavoro che mi divertiva e quindi l’averlo smesso mi fa divertire di meno.
Mi metterò d’impegno!
Lo sfasciatore
Un mese dall’ultimo post… Non è che ci sia da vantarsene ma a volte capita. Capita che o ci siano tante cose che girano in testa e non trovi il momento di metterle in ordine, oppure che l’umore sia talmente storto da impedirti anche solo l’idea di metterti davanti alla tastiera del computer e schiacciare quegli accidenti di tasti. La rabbia è che nella mia testa di cose da raccontare, mettere in fila e aspettare delle vostre opinioni ce ne sono a bizzeffe, ma, come ho scritto, a volte la strada è piena di ostacoli e paletti vari.
Quindi l’idea migliore è fare come ho fatto oggi, approfittando di una giornata che teoricamente è già piena di impegni, mi sono seduto davanti al computer e ho aperto le mie due fonti di ispirazione: la Library delle foto e il mio vecchio iPod nella funzione random della musica… Risultato? Il Cucciolo Alfredo di Dalla e una delle ultime foto dei lavori di smantellamento dei mobili lasciati dalle inquiline nella casa di mia mamma… Dolcezza e rabbia incanalata nel mancato rispetto delle cose altrui: non so come sia possibile esserne così privi . Sarà che è anche la casa dove è vissuta fino alla fine mia madre e questo fa ancora più rabbia, vederla lasciata sporca , trasandata … Evabbè
scriviamo d’altro… Facciamo finta che tutto vada bene, che non ci sia una guerra non molto lontano, che non ci sia un’epidemia in tutto il mondo che ha fatto milioni di vittime, che questo mondo non sia inquinato e che gli unici problemi siano quelli delle squadre per le quali tifiamo e non altro… Così sarebbe facile, vero? Non mi sarei mai immaginato che una volta in pensione, non avendo più i problemi quotidiani dati dal lavoro e tutto quello che c’è di contorno, si sarebbe diradata la nebbia mettendo in evidenza non i cantieri da umarell ma tutto quello che c’è intorno. Il lato positivo è quello che avevo visto evidenziato da una serie televisiva dove due fratelli, si occupano di trovare e ristrutturare case: cioè il potere taumaturgico dello sfasciare cose che non ti piacciono, nel mio caso vecchi mobili sporchi e rotti. Poi ci sarà il momento costruttivo, il progetto, la scelta e poi la ristrutturazione. Speriamo che questo valga anche per la vecchia Europa e per la salute mondiale… oltre che per casa!
Sgicottando un poco…
Guardo la tastiera con la speranza che vengano fuori le parole, come per magia, ma evidentemente non sono un bravo mago… In realtà ci sono tanti temi di cui si può scrivere, però la banalità è sempre dietro l’angolo, come tanti degli agguati che si propongono molto spesso sia quando si parla che quando si scrive. Quindi preferisco pensare bene prima di affrontare un argomento. A meno che sia così impellente da venir fuori di getto, come quando lavoravo in radio, dove il filo delle denunce a volte veniva oltrepassato, ma visto che queste cose venivano dette a volte prima dell’alba (facevo, come si può capire, spesso l’apertura dei programmi), mi è sempre andata bene.
Non ho ancora scritto la mia versione da esperto di guerra, ancorché virologo o esperto di politica interna: tutti argomenti di cui ho il medesimo livello di conoscenza e comprensione, cioè vicino allo 0 assoluto.
Diciamo che questi tre argomenti hanno tutti la stessa matrice comune: la paura!
Nel primo caso la paura è che qualcuno schiacci il pulsante sbagliato e faccia partire qualcosa che non voglio nemmeno nominare.
Nel secondo , dopo aver perso mio fratello per questa maledetta pandemia, la paura è ovvia compagna di questo periodo, per tutti i miei cari.
Nel terzo la paura è che dopo aver avuto generazioni di governanti che hanno spesso pensato solo alle loro tasche, ora ce ne siano di quelli che non pensano proprio e fanno le cose così a rampazzo, bruciando anche quelle ultime possibilità generate da una buona figura a livello europeo.
Le soluzioni che propongo? Beh, vi invito a leggere la bibliografia di Philip K. Dick dove tra i tanti romanzi e racconti brevi, ce ne sono diversi che trattano (guarda caso…) tutte e tre le casistiche e, data l’intelligenza a volte un pò stravolta dell’autore, ma sempre acuta e centrata, dava le soluzioni anche se purtroppo, nel caso della brutta abitudine degli umani a risolvere le cose con le armi, interveniva un Deus Ex-Machinae a risolvere la questione. Frase troppo lunga? Avete ragione. Il mio insegnante di lettere mi sottolineava sempre le frasi dove abusavo delle secondarie e degli incisi. Adesso mi capita , per evitare di cascarci, di chiudere i periodi troppo presto… Forse perchè le parole mi tengono compagnia e mentre scrivo un periodo” tassativo”, mi rendo conto che così non è sempre e quindi parte l’eccezione.
Come va da pensionato? Insomma, forse non mi rendo ancora conto di come possa essere e quindi spreco un sacco di tempo, ma sto studiando per migliorare e fare qualcosa che dia un senso a tutto ciò.
SOGNO O SON PESTO?
No, non ho sbagliato a scrivere o a fare del facile umorismo tramite calembours, è che in questo periodo sto facendo sogni molto vividi. Vividi al punto che la realtà è molto più confusa, quasi che fosse lei il sogno e non viceversa. Sarà che due anni e rotti fa, chi lo avrebbe detto che avremmo smesso di vedere persone, di fare le cose che facevamo abitualmente, di vivere distanti anziché il contrario. Quindi quando nei sogni oltre a succedere cose che sicuramente sono poco attendibili, ne capitano altre che potrebbero essere considerate normalissime ( in tempi pre-Covid), ecco che quando ti svegli e ti trovi a bardarti con protezioni varie, a far mente locale dei distanziamenti, dei pass, del fatto che quel bastardo di virus è ancora in girus, ti viene voglia di ristenderti da qualche parte e riaddormentarti.
Aggiungiamo poi che il ritmo della vita cambia proprio. Che prima , quando avevi bisogno di decantare rabbia, delusione e tutte le chiavi negative che si propongono normalmente nella vita di ognuno di noi, uscivi, andavi a fare qualcosa che smontasse il castello di arrabbiature e problemi che si erano accatastati per poi tornare a casa in condizioni passabili. Ora non è più così. Ora t’innervosisci e non hai più scuse per uscire, oppure non vai più al lavoro o per smart working o per altri motivi e anche quella valvola di sfogo manca. Non è il mio caso ma questo vale per i ragazzi: ai nostri tempi ci avessero detto della Didattica a distanza, i primi tempi avremmo stappato delle bottiglie per festeggiare… i primi giorni. Poi anche noi saremmo andati in crisi, non tanto per lo studio perchè chi vuole studiare studia e chi non vuole farlo non lo fa esattamente come prima. Ma perchè la ragazzina del terzo banco come fai a riaccompagnarla a casa, la partita con gli amici come l’organizzi, la biliardata durante le occupazioni scolastiche chi la fa, insomma tutte le cose che facevi con gli amici/compagni di scuola, come le fai? Poi, nello specifico, se durante questi giorni di quasi lockdown vai in pensione e non vedi più neanche i colleghi di lavoro oltre a non lavorare più, come la mettiamo. Conosco gente (tanta, ma proprio tanta) che alla parola pensione ti dice “… che c… fortuna” , e anch’io qualche anno fa me lo sarei detto ( anche se la Sig.ra Fornero o chi per lei avesse fatto altro nella vita non mi sarebbe dispiaciuto)… Ma in un periodo come questo, dove la cosa che cerchi di più è il contatto con il mondo, ma non si può, dov’è la fortuna. Ben venga il sogno..
Giancarlo Fercioni
DUE MESI E POI?
Ogni volta che mi capita di parlare con qualcuno e di dirgli che sono in pensione, la reazione, 99,9% è sempre del tipo : beato te, cosa darei per esserci ecc. E invece , per quanto non avere più obblighi verso il proprio datore di lavoro sia sicuramente una bella cosa, se non ti organizzi il tempo non è così.
Il cazzeggio è sicuramente, nei tempi brevi , divertente e addirittura entusiasmante. Però deve essere una finestra all’interno di una riorganizzazione successiva del tempo. Amplificare insomma quelli che prima erano degli hobby che raramente riuscivi a fare continuativamente.
Oppure scavare nelle cose che in passato ti sarebbe piaciuto provare a fare, e scoprire se era solo un sogno oppure no. Il guaio è quando ne hai troppi di desideri e a quel punto devi esser bravo a capire quali scegliere e quali scartare.
Poi c’è un altro modo di affrontare la cosa, quello pratico e cioè reinventarsi un’occupazione, un lavoro. Insomma monetizzare la cosa. Ovvio che tutto questo dipende anche dall’energia che uno ha ancora e la voglia di rimettersi in gioco. Se c’è , per me è la scelta migliore. Ti fa sentire utile, vivo e poi qualche soldino da aggiungere a quelli dati da papà Inps non guastano… Io sto facendo quello che avevo fatto all’inizio dell’università : dare subito quegli esami che combinazione appartenevano al piano di studi dell’ultimo anno delle superiori. In questo caso fare part time qualche regia di eventi, sportivi e non.
Il fatto che possa essere una buona scelta lo dirà il mio prossimo 730 …
Giancarlo Fercioni
Libero Pensionista @
SLOWLY
Bisogna ricominciare piano, veramente piano. Sopratutto quando si sta per affrontare un periodo nuovo, forzatamente nuovo. E non è detto che sia per forza bello in tutto e per tutto…
Tra le poche righe precedenti e queste, sono passati più di un mese e mezzo… più slowly di così! In questo periodo , sempre con rischio Covid 19, sono accadute diverse : ho avuto la notizia di essere praticamente già pensionato e non isopensionato, e di conseguenza sono immerso nelle scartoffie che una situazione del genere provoca. Poi , di conseguenza c’è ogni tipo di emozione annessa e connessa. Il sapere di poterti gestire il tempo come vuoi (compatibilmente con impegni familiari) fa a sportellate con il fatto di abbandonare il luogo dove da trent’anni lavoro continuativamente. E non è un conflitto da poco… Poi c’è il pensiero di come impegnare il tempo, visto che la pensione sarà dignitosa ma sicuramente non consentirà di farsi mesi di vacanze alle Maldive o simili. E poi c’è la mezza (forse più che mezza) idea di rimanere nei dintorni del mio lavoro precedente, magari da collaboratore e qui scatta la vexata quaestio: come fare, in che modo, con quale formula fiscale? E allora chiedi a destra e a manca, il che provoca un groviglio di domande senza risposte precise… A stare fermo rischio la letargia: sto passando più tempo sul divano (anche grazie alle Olimpiadi) che i miei cani.
Ding! I miei cani? Ma non era uno? Mou? Nel periodo di astinenza da Blog è successo anche questo: mi sono deciso ad andare presso un rifugio e, dopo un mese abbondante di affiancamento, portarmi a casa una meravigliosa cagnolotta di quattro anni, simil lupetta di nome Sky.
Eh che fantasia nel nome… No, era già il suo, e l’ho preso per un segno del destino… Paurosissima, ma poco alla volta stiamo facendole passare una paura alla volta. Siamo già a buon punto perchè si è impossessata di quasi tutti i posticini di Mou, il quale sta dimostrando una pazienza totale con la nuova arrivata.
Giancarlo Fercioni
(tra poco ex) Regista Sky