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song of the wind

Red Sea

Oggi è così, purtroppo non dove abito, anche se non mi posso lamentare stando a poche centinaia di metri dal Parco di Monza, vera oasi e polmone di Milano e dintorni. Oggi è la giornata mondiale degli Oceani ed a introdurla mi sono fatto aiutare dal buon vecchio Carlos Santana con Song of the Wind da Caravanserai. E’ una di quelle canzoni che da quando l’ho sentita per la prima volta nel ’72 l’ho associata alle vacanze, al mare, al viaggiare , magari con quel profumo che solo il salmastro e il mare può darti. Ognuno ha un posto speciale da abbinare quando sente certa musica, per me questo è Formentera, l’Isola d’Elba, Marsa Alam , un giro tra cale assolate raggiungibili sono grazie a qualche pescatore che ti ci accompagna (e speri poi ti venga a riprendere), un assolo di un sassofonista in una caletta microscopica di Alicudi, nelle Isole Eolie. Quelle cose che ti sembrano di per se strane, ma in quel momento sono perfettamente naturali: cosa c’è di più normale del suono di un sax proveniente da un signore seminudo in una cala nascosta? La vacanza deve essere immaginazione libera, non farsi ingabbiare dalla routine, o meglio, se è quello che vuoi in quel momento, vada anche la routine, ma deve essere quello che vuoi, non ti ci devi trovare… Anche l’Ipad che ha virato su Birdland nella versione di Jerry Douglas è perfettamente in linea. L’unico vero peccato è che le vacanze non hanno più quei tempi lunghi, dilatati, dell’infanzia. Un pò perché i costi sono aumentati e , proporzionalmente, nella maggioranza dei casi non sono aumentati i soldi che servono per una vacanza più lunga. Una volta, se facevi 15 giorni in giro era il minimo sindacale, adesso se puoi farli è se hai la casa di qualche parente al mare o perchè sei tra i fortunati che possono permetterseli. C’è anche il lavoro che non ti consente di farlo a dire la verità. La maggioranza delle aziende quasi t’impone di certi periodi di chiusura/ferie: che il più delle volte sono improponibili per i costi (agosto io non metto fuori il naso di casa) e perchè c’è il resto del mondo in vacanza. Ok che la pretesa dell’isola deserta ormai solo quello è : una pretesa. Però ci sono alternative se riesci ad organizzarti: sempre rimanendo nei periodi che noi italiani non riusciamo ad evitare, giugno (giornate più lunghe, con tempo mediamente buono) o settembre (più corte ma il mare molto più caldo, in qualsiasi posto si vada…) sono ottimi periodi. Adesso c’è Pat Metheny… Ho detto e ascoltato tutto…

Tramonto ad Abu Dabbab

abbinamenti, idee e stereotipi

Il prato del Dosso, al Parco di Monza
Mou

E’ strano come nascano le idee e come queste si facciano spazio tra un pieno di benzina, il cane da portare fuori, delle pratiche da mandare avanti e una riunione incombente in ufficio. A volte basta, mentre sei al Parco con il tuo cane, l’incontro con un altro cucciolone.
Questo, un bellissimo Dogo giovanissimo, lasciato pascolare senza collare e attenzione da parte del proprietario, con le migliori intenzioni del mondo e sotto gli occhi della madre, molto meno giocherellona e vicina al padrone. L’orario era quello dell’ingresso dei bambini in asilo, luogo che è davanti alla porta del parco. Osservando le reazioni di Mou, il mio cane, vedo che lo accetta e quindi non mi preoccupo più di tanto e proseguo il giro. Il cucciolone vista la reazione amichevole del mio lo segue, allontanandosi sempre più dal padrone e dalla madre. Comincio a preoccuparmi perchè non c’è nessuna attenzione da parte loro, quindi non mi allontano più di tanto. Incrocio un altro signore canedotato che vedendo il vagabondo, dopo averne dette un pò del personaggio in questione, lo chiama urlandogli che il suo cane era lì.
Dopo enne volte ed enne chiamate questo si “sveglia”, richiama il cane , gli mette collare e guinzaglio e si avvia alla vicina uscita. Descrizione del personaggio: pompato da palestra (molto differente da chi la pratica e frequenta in modo corretto), di quelli che fanno fatica a stendere le braccia sui fianchi, occhio spento e intelligenza che apparentemente non sprizza da tutti i pori. E’ difficile quando ti capitano incontri di questo genere non cadere in valutazioni forse affrettate, anche se così come il più delle volte queste non siano sbagliate.
Avendo una discreta esperienza di cani, ci sono abbinamenti inevitabili. Non ci sono cani cattivi, per sfatare un luogo comune, ma ci sono cattivi padroni e così come certe razze le possono avere tutti, se sei un aggressivo, insicuro e hai bisogno di un “rinforzo” andrai a prendere sicuramente una di “quelle” razze. Purtroppo senza essere in grado di gestirle, così ad andarci di mezzo sarà come sempre l’anello più debole, il cane, che pagherà la colpa di avere un padrone, come minimo, incapace . Nel caso migliore.

50 SFUMATURE DI VERDE…

Spiumaiattolo

Oggi giornata di riposo (dal lavoro) e di lavoro (nonostante il riposo)…
Il termine “lavoro”, inteso come fatica… Beh, quello l’ho fatto raramente e, vi garantisco, che non vivo di rendita. Solo che ho avuto la fortuna di fare quasi sempre cose che mi piaceva fare e quelle non le considero lavoro.
Fortuna? Assolutamente si. Poi arrivi a casa e fai tutte quelle cose che ti piacerebbe facesse invece qualcun’altro: intendiamoci, routine quotidiana, che però ti impedisce di fare altro di più piacevole o comunque che in quel particolare momento avresti voluto fare. Per esempio, la passeggiata con Mou, il mio cane, è una cosa che (giornate di pioggia a parte) amo fare. Oggi, giornata baciata durante la mattina da sole e una temperatura finalmente adeguata alla stagione, in particolare abbiamo girellato per una buona fetta nell’enormità del Parco di Monza, arrivando fino ai Giardini della Villa Reale, vera oasi dove puoi fare incontri come quello inquadrato nella foto. Scoiattolo probabilmente frutto di una scappatella tra uno scoiattolo rosso (razza endemica) e una grigia ,frutto di un genio che ha abbandonato la razza tipica dell’America e venduta nei negozi di animali nel parco, generando un bel conflitto tra le due razze. Conflitto che stanno vincendo quelli d’importazione, più forti e grossi rispetto ai nostrani… Un pò come le tartarughe d’acqua che popolano laghetti e rogge, figlie, nipote e pronipoti di quelle abbandonate da qualcuno che per pulirsi casa e coscienza ha pensato di portarle lì, senza pensare al fatto che l’ecosistema di queste parti non è propriamente l’ideale e che se inserisci “novità” ambientali, incasini tutto il resto… Per fortuna che i quasi 700 ettari del Parco per ora lasciano spazio a tante specie: alla mattina presto si possono incontrare Aironi Grigi, anatre mandarine, lepri e conigli, invisibili (ma rumorosissimi) picchi, cavalli, runners, bikers, quelli del nordic walking e poi ci siamo noi con i nostri amici a quattro zampe…

NON MI RICORDO…

Svegliarsi con un sogno così vivido da far fatica a rientrare nella realtà, continuando ad ogni battito di ciglia a rientrare per istanti in quei momenti che sembrano essere sensati ma che sono parte della tua immaginazione è molto strano, inconsueto, ma capita. Stamattina è andata così, trainando questo carrellino di immagini ed immaginazione per una buona parte della mattinata…
Poi si riprende con la routine quotidiana facendo colazione, ancora flash, bagno, flash, e poi uscita con Mou per la solita passeggiata mattiniera e qui, forse per evitare di essere travolti dalle auto in strada, l’attenzione si riporta sul reale reale. Che peraltro, vista la giornata (meteorologicamente) bella e il fatto che di lunedì nel Parco di Monza non ci sono molte persone, è un reale molto vicino al sogno: un verde di foglie giovani, profumo di fiori e piante nel pieno della fioritura, tantissime bestiole che si avventurano sui sentieri.
Tanti scoiattoli, sia quelli rossi, autoctoni e quelli grigi d’importazione, poi conigli e lepri che si rifugiano immediatamente nel sottobosco e le prime figliate di papere ed anatre, richiamate a gran voce dalle mamme nella corrente molto blanda del Lambro di questi giorni. Poi esci dal Parco e ti ritrovi in una piccola frazione molto a misura d’uomo, S.Giorgio al Lambro, vera e propria enclave di un comune al di là del Parco, Biassono. Questo perchè originariamente , un paio di secoli fa, non c’erano le mura e quel territorio apparteneva a quel comune, successivamente frazionato dalla recinzione dell’area verde. Così, un po’ di informazioni buttate lì… Risali la chilometrica via per rientrare in paese, passando su un ponticello napoleonico a traffico alternato, con le macchine che ti fanno un pelo, mentre passano e questo ti fa uscire completamente dal sogno, riportandoti in una realtà che sarebbe bello non vivere, quella del traffico urbano, dei lavori in corso, insomma, di tutto quello che sicuramente in un sogno non si palesa. Sennò sarebbe un incubo.

Come al solito mancano i papaveri…

UNA MIRIADE RUTILANTE DI ARGOMENTI…

Io e la Parabolica (o soprelevata, così accontento tutti)

Oggi è una di quelle giornate delle quali puoi parlare per ore o per niente. Il problema è che mentre ti godi il bel tempo di una giornata festiva (per gli altri perché io lavoro…), vieni stimolato da tantissimi argomenti e questi si accumulano, al punto che ti dimentichi i precedenti e poi i successivi. Per questo il passaggio da tanti a zero è molto più facile di quanto si pensi. Oggi il giro ha visto un Parco di Monza più affollato di quanto abbia mai visto in precedenza: fortunatamente è talmente grande che la cosa non pesa più di tanto. Anche zone non frequentatissime come il Golf e la zona vicina oggi vedevano tante persone e non solo i runners e i ciclisti che anche durante il brutto tempo più brutto e il caldo più caldo ci sono sempre, ma anche famiglie con bimbi, cani, entrambi, poi coppie giovanissime e meno giovani… Allora io e Mou ci siamo esibiti in sentieri meno battuti, addirittura scoprendone di nuovi (per me), ritrovandoci a ridosso di un punto della pista che non conoscevo e in quel momento passavano alcune auto che stavano girando sul tracciato. La più scarsa avrebbe potuto ripianare il mio mutuo di casa e avanzarmi qualche soldino per togliermi degli sfizi…

Una delle auto che stavano girando in pista

Gira che ti rigira poi ci siamo trovati dove la nuova pista s’incrocia con il vecchio anello, dove c’era parecchia gente a piedi e in bicicletta e da lì rientrati in una stradina che riattraversava il golf, dove c’era una gara in corso. Il tutto passando da zone in ombra ad altre assolate, dall’asfalto allo sterrato e dall’erba rasata a tratti a “giungla”… e punti in cui erano accumulati resti della tromba d’aria che spazzò pochi anni fa oltre 500 alberi in tutto il parco di Monza

La cosa particolare di queste note, se ci fate caso, è che sono partito con l’idea di fare considerazioni sensate, e invece sto raccontando l’esistente… come un telecronista scarso…
Devo prendere l’abitudine di scrivere o dettare le cose quando mi vengono in mente e non lasciarle passare.
Vabbè, buon primo Maggio.

si puo’ sempre scavare…

180° DI NESSUNO…

…è la pessimistica/ironica chiosa al “… si è toccato veramente il fondo…”. Quando pensi che ti puoi dare una spinta con le gambe e cominciare a riemergere, c’è sempre qualcuno o qualcosa che ti fa pensare al titolo di questo post. Ma facciamo finta di niente: godiamoci l’ultimo giorno di vacanza prima di rientrare nella routine quotidiana.
Oggi papaveri pochi ma papere tante. Nella quotidiana passeggiata con Mou, accompagnati finalmente da una bella giornata, siamo finiti nei giardini della Villa Reale di Monza, dove grazie al ponte extra lungo di questa fine di Aprile eravamo veramente in pochi.
Al punto che nel laghetto vicino alla villa, tutte le papere, cigni, tartarughe e via faunando, erano fuori a godersi questi primi tepori.

mancano i papaveri…

Se avete preoccupazioni che vi ronzano nella testa, fate fatica a liberare la mente dalle menate del lavoro o della vita in generale, fate amicizia con un quattrozampe: loro ascoltano, capiscono e sopportano chiedendo solo un pò d’affetto, che non farete alcuna fatica a dargli/le. Ci sono tanti rifugi dove non aspettano che voi. Non dico e scrivo altro, penso non ci sia bisogno.

Mou and me…

tocchiamo ferro… tutto bene…

Mou Cucciolo

Uno di quei giorni che ti guardi intorno, cercando di capire da dove arriverà la mazzata, e questa non si palesa. Pensi che, come tradizione vuole, qualche cosa storta debba arrivare, e invece non arriva. Così continui a rimanere sul chi vive e non ti godi la giornata, che per una volta, una delle poche, è tranquilla. Passeggiata a piedi con Mou al Parco, nessun incontro/scontro con altri cagnoni, anzi: un incontro felicissimo con un suo vecchio (è il caso di dirlo perché ha la rispettabile età di 15 anni) amico. Riconosciuto dopo diversi anni di lontananza e affrontato come se fosse ancora cucciolo, in modo affettuosissimo. Giornata né troppo calda e nemmeno fredda, con una lieve brezza a mitigare il tutto. Siamo così prevenuti verso la felicità (o la più possibile serenità) che quando capita, non ce la godiamo. Dovremmo forse affrontare le giornate più serenamente, tanto se ci deve capitare qualcosa, succede anche se stiamo attenti. Quindi perché rovinare quel poco che ci viene dato? Viviamo serenamente. Se c’incazziamo non cambia nulla e perdiamo la lucidità per affrontare correttamente le cose.
Questo è il tipico post che nasce scrivendolo: originariamente avevo in mente di scrivere d’altro, qualcosa ancora pescando nel mio (lungo) passato, poi ho visto questa foto, ho realizzato che la giornata poteva non essere raccontata perché tutto (sinora) è rimasto nella normalità e da qui è nato…

Mou stamattina, al sorgere del sole…

mah,boh,chissa’…

tee shot del Golf di Monza

Stamattina ho scattato il solito numero n di foto e questa mi sembrava quella più ottimista: nessuno in giro (anche perché se ti beccano sul Green a portare a spasso il cane e senza essere un socio, sai il mazzo che ti fanno), una luce straordinaria con un’aria limpidissima, il verde delle prime piante a fare presagire una primavera precoce e il sole che t’invitava a toglierti lo smanicato… Poi a integrare questa calma apparente ci hanno pensato i rumori dei motori dell’Autodromo che è a pochi metri da lì: Test di prototipi che giravano sulla pista…

Mi sono sempre chiesto come fanno a convivere i due impianti più famosi, ognuno nel proprio settore, quali Autodromo di Monza e il Golf Club Milano (che nonostante la denominazione è all’interno del Parco Reale di Monza)… Uno spara rumori con decibel a manetta e l’altro dovrebbe richiedere concentrazione, calma e silenzio… Mah, Boh, Chissà…

Cielo, che giornata?

le scie, le scie…

La domenica per la maggioranza della gente, quella che fa lavori normali, con orari normali è il giorno che dedichi a qualcosa di speciale, magari che non puoi fare gli altri giorni. Io, che di domenica normalmente lavoro e l’eccezione è il non farlo, mi trovo sempre spiazzato: diciamo che la domenica la colloco a secondo dei giorni di riposo quando capitano… Oggi è una domenica come quella delle persone normali, che teoricamente mi dovrebbero far fare cose speciali. L’inizio, forzatamente uguale, è dato dal mio cagnone Mou, che necessita la sua “ora (sempre più di una) d’aria”. Un Parco di Monza affollato come una presentazione di un nuovo telefonino, runners , bikers, famiglie a spasso, padroni con cani anche loro a spasso: anche perché la giornata la vedete nella foto, sole, cielo azzurrissimo, temperatura almeno sopra di 10 ° rispetto a quella che dovrebbe essere. Quindi tanti buoni motivi per fare una passeggiata nel Parco. Poi, tornato a casa e invitato dal bel tempo, decido di dare l’olio protettivo al tavolo di legno sul terrazzo. E qui comincia il cinema: per proteggere il pavimento apro dei sacchetti grandi dell’immondizia, poi via i lavori con olio di gomito e olio vero… Sarebbe stato un lavoro da pochi minuti, se non fosse che il tavolo da esterno è di quelli a doghe, con spazietti minimi tra una doga e l’altra ed imprecazioni massime per far passare pennello o spugnetta. Quattro ore prima della seconda passata che occupo: A) pranzando B) portando fuori al volo una seconda volta Mou che sembra (poi non confermato) voler vomitare C) Abbioccandomi sul divano. Al risveglio, per citare Gaber: “…Seconda Passata…”.Vai di spugnetta e pennello e finisco per poi portare per un mini giro, l’ultimo, Mou a passeggiare, fortunatamente anche con zero voglia sua. Cinque minuti e a casa. Ho raccontato tutto ciò per sottolineare che anche l’anormalità, spesso, è normalissima…

MetereOantipatico

Pont de peder, il ponte di pietra al Parco di Monza

“...La meteoropatia, dal greco μετέωρον e πάθος, è un termine che sta a indicare un insieme di disturbi psichici e fisici di tipo neurovegetativo che si verificano in determinate condizioni e variazioni del tempo meteorologico o delle condizioni climatiche stagionali…” (Wikipedia)
Giusto così, per cominciare con una definizione, che fa tanto figo e acculturato… Durante un giro, il solito giro della mattina, insomma la passeggiata con Mou, per capirci, esco e mi trovo anzi, ci troviamo, sotto un cielo lattiginoso, un sole pallido e smorto. Immediatamente crolla tutta la buona volontà di partire con un sorriso, di cominciare bene la giornata… Arriviamo indenni, sino all’entrata del parco dall’ingresso del dosso, quello piccolino che si apre su prati grandissimi. Purtroppo non riesco neanche a portare Mou a giocare con gli altri cani vicino all’ingresso del parco. La buona volontà c’era, ma una signora, neanche in modo maleducato, mi ha ricordato che il suo cane, anzi la sua cagnolina non andava d’accordo con Mou e quindi ho visto sul suo muso la tristezza, visto che pregustava i giochi che avrebbe fatto con gli altri suoi amici… Capita! Poi facciamo le rive del Lambro dove stanno ammonticchiati tanti alberi spezzati dalla intemperie e tagliati … È sempre un posto affascinante, con questa luce, potrei dire anche un po’ tetro, comunque è un giro che vale la pena di fare spesso. Tra una radura e l’altra avanziamo in mezzo alla natura, il sole è sempre pallido. Adesso stiamo costeggiando le mura del parco facendo attenzione a non inciampare nei miliardi di rami che sono ammonticchiati (parola grossa, più che altro mollati in giro) , alcuni addirittura messi di traverso sui sentieri costringendoci a scavalcare modello barràge a cavallo… Dove voglio andare ? In senso fisico a casa mentre in senso traslato su quello che vi sto raccontando non lo so neanch’io quindi continuiamo il nostro giro e se succede qualcosa poi , ve lo racconto.