Ma piccolo, da tenere sempre in tasca per poter scrivere di getto idee, impressioni , immagini e tutto quello che poi si può sviluppare successivamente.
La memoria a breve è quel che è e va supportata, anche se più che altro è il sovraccarico di idee che complica le cose, sovrapponendosi ulteriormente.
Sentivo per radio un ex collega che raccontava di come certe scelte fatte ( o semplicemente capitate) abbiano portato la propria vita una certa evoluzione che poi ha portato diverse conseguenze e così via.
La mia di vita è una serie continua di Sliding Doors dove il ” se non avessi…” l’ha fatta da padrone.
Se mio fratello non avesse voluto a tutti i costi un fratellino, probabilmente non sarei neanche nato visto che i miei genitori non volevano più rischiare di avere un figlio con le stesse patologie del mio fratellone.
Poi se l’Atelier di mio nonno non fosse finito come è finito, probabilmente tutto il resto sarebbe stato diverso: la casa in centro, forse avrei lavorato in sartoria o forse no, vallo a sapere, siamo in piena fantascienza…
Se fossi andato in un altra scuola, o semplicemente un’altra classe, non avrei fatto amicizia con persone che lavoravano già nelle prime radio private e non mi sarei mai messo davanti ad un microfono.
Non avrei mai conosciuto mia moglie (che era una ascoltatrice) e non avrei mai avuto mia figlia…
Contemporaneamente non avrei mai collaborato con le prime televisioni private, non avrei fatto un concorso Rai e non ci avrei mai lavorato, e , a seguire, nemmeno Mediaset, Telepiù e Sky…
Forse il blocco deve essere con molte pagine!
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ogni mese ha la sua filosofia…
… e Luglio, insieme ad Agosto, ho idea che la condividano…
La battuta di Snoopy è la quintessenza dei mesi estivi, soprattutto se, come me e tanti altri, stai “bruciando” dei giorni di ferie come ha richiesto la tua azienda e non per goderteli veramente in qualche posto. E’ vero che sono comunque giorni di riposo, però lo sono a metà.
Poi, come succede da quasi trent’anni in questa azienda con le varie denominazioni e proprietà, ogni tanto arriva (rigorosamente in questi mesi estivi) qualche warning, qualche avvisaglia di pericolo. Negli anni passati ci sono stati i vari passaggi di proprietà, prima ancora i dubbi sul proseguimento dell’attività, e questo sin dalla nascita di Tele+ con padre Mediaset e madre Capodistria-Koper… Quindi sono molto filosofo, come Snoopy insegna, se siamo sopravvissuti a tutto questo, dovremmo farlo anche questo giro, visto che una multinazionale come ComCast Universal non ti compra solo per divertimento…
Infatti imparo da ieri, vivo l’oggi, guardo al domani e …riposo questo pomeriggio. L’ora migliore per i pisolini, persiane accostate, finestre aperte per creare un pò di corrente d’aria, ventilatori che girano pigramente e divano occupato per il lungo… dopo, passata l’ora del caldone, si può tornare a vivere oggi e guardare il domani… Ricordandosi sempre che anche domani ha un pomeriggio per riposare.
Oltre al fatto di sapere cosa ci riserverà il futuro…
Viaggiando…
Poteva anche intitolarsi “corsi e ricorsi”, o “ritorno alle origini”, il contenuto è lo stesso: si parla di situazioni che dopo diverso tempo si ripropongono, più o meno inaspettate. Ho cominciato a lavorare in televisione nella seconda metà degli anni settanta, contemporaneamente alle radio private. E quando scrivo”private”, intendo proprio senza mezzi. Ma con tante iniziative e immaginazione. Adesso, più di quarant’anni dopo e dopo aver frequentato Rai, Mediaset, Telepiù e Sky, mi ritrovo dopo un periodo stanziale negli studi di Rogoredo, a uscire di nuovo in esterna. Boccate d’aria con rimpatriate. Perché mentre io vagavo per i chilometri di corridoi del centro di produzione di Sky, amici/colleghi e colleghi/amici continuavano a vagare invece per Tutta l’Italia e l’Europa ( e oltre…) aumentando esperienza e anni. Poi ci si ritrova ed è come se ci si fosse visti due giorni fa…
Non so se questo trend di esterne continuerà, ma comunque è stato, ed è fieno in cascina. Cioè, qualsiasi esperienza accresce, basta non farsela scivolare sopra.Come diceva la mia maestra delle elementari, Sig.na Fossati:”…quando viaggiate, non andate in una valigia per tornare in un baule…”. Cioè, quale che sia l’esperienza che state vivendo, fatene tesoro, imparate, perché c’è sempre qualcosa da imparare. Persona meravigliosa, come tante tra quelle che ho avuto la fortuna di incontrare.
Oggi l’umorismo non riesce ad emergere. Sarà ancora questa primavera grigia e fredda che non mette nello stato d’animo giusto. Andrà meglio domani…
interconnesso…
Non so se sia per pigrizia o per voglia di raccontare qualcosa di più dei fatti miei: oltre al blog che state leggendo, negli anni passati e tuttora, pubblico anche un sito che raccoglie (per ora, poi vedrò di ridisegnarlo con più senso) cose di famiglia e mie. Questo è un estratto di una delle pagine che tratta del mio lavoro, qualche anno fa, il regista televisivo…
da www.fercioni.com
INTEGRAZIONE. Definizione:Completamento di qualche cosa con l’aggiunta di nuovi elementi.
INTEGRAZIONE TELEVISIVA. Definizione: personalizzazione con l’aggiunta di contributi, interviste e immagini più mirate, di un prodotto già esistente. Realtà: spesso aggiunta dei soli “faccioni” di giornalisti, oltre all’inserimento random di immagini di giocatori, allenatori e illustri sconosciuti su immagini live.
Non voglio sparare nel mucchio, anche perchè, io per primo ha fatto danni prima di imparare a farne meno, però fare qualche distinguo si può. Intanto bisogna partire dal concetto che noi registi siamo fondamentalmente degli egocentrici e il fatto di non poter “firmare” in qualche modo le riprese ci fa venire l’orticaria. Quindi se vediamo che le riprese di una partita non rispondono ai nostri desideri, cerchiamo di correggere l’incauto collega, il più delle volte combinando danni peggiori. Cosa si può fare per evitare di rovinare ulteriormente la visone al pubblico? A parte il non integrare (che non migliora il programma),secondo me ci sono diversi livelli di intervento.
Premesso che non si può duplicare il numero delle camere perchè in quel caso cambia nome, non è più un’ integrazione, è una produzione di fatto.Si può, ricevendo il segnale “clean”, cioè pulito, privo di grafiche e personalizzazioni della regia principale, integrarle con una o più fonti di immagini, quali telecamere, contributi registrati o altro. Per fare un esempio, parliamo di una cosa che è in atto in questo momento e cioè la produzione delle partite di serie A di calcio. Ci sono tre Host Broadcaster , Sky, Mediaset e la 7 che si spartiscono le riprese delle partite e che a rotazione, quando le riprese vengono prodotte dall’altro, integrano con 2 o più telecamere, ed un numero variabile di Rvm che registrano le telecamere ed un numero altrettanto variabile di segnali diretti delle telecamere della regia principale.
La cosa che salta agli occhi è la differente matrice, il format, col quale vengono prodotte le partite e le modalità delle integrazioni quanto incidano nel programma finale, quello visto dagli spettatori. Anche se l’origine è comune, quella Mediaset degli anni ’80, l’evoluzione ha preso diverse direzioni:alcune ben precise come quella del periodo “francese” di Tele+, rigorosamente legate ad un format. Altre come quelle di “la 7” , più legate alle idee di un singolo regista, cosa buona finchè il regista in questione produce una sola partita alla volta, ma quando queste aumentano di numero e l’ubiquità rimane prerogativa divina… Mediaset rimane nel mezzo, figlia dell’idea primaria di ripresa simile a quella inglese, ma con le smanie di dover dimostrare di essere più brava delle altre e con i rischi che questo comporta. E le integrazioni vanno di pari passo: Sky interviene molto nel pre e nel post partita, mentre durante si limita ad aggiungere eventuali immagini che aggiungono (e non sostituiscono) alle originali. L’unico caso di “sostituzione” avviene quando sul segnale master ci si attarda troppo, a palla in gioco, su replay o inquadrature strette e si inserisce la cam 1 (proveniente dalla regia principale), per non perdere il gol o fasi significative della partita. Per il resto del prodotto, dovrebbe essere buona grazia mantenere omogeneo il segnale prodotto dall’Host (anche se i brufoli prudono) anche perchè la lettura del pensiero non rientra nelle prerogative registiche e quindi l’errore è sempre dietro l’angolo.
E’ vero che ci si conosce quasi tutti, tra noi (è un mondo piccolo, come quello Guareschiano) e che ognuno di noi ha un’impronta facilmente riconoscibile, però, hai visto mai, una crisetta di pazzia ogni tanto può capitare… Altra storia quando si lavora tutti dalla stessa parte della barricata e quindi, con briefing, controbriefing e superdoublecheck, si decidono le modalità di ripresa e quindi l’integrazione. Normalmente in questo modo limiti molto le possibilità d’errore (ho detto limiti, non elimini, la Legge di Murphy è lì apposta).