Così, per rendere l’idea… Anche se il freddo di cui scrivo, non è fisico. Per lo meno, non solo fisico. E’ il freddo che ti piglia quando svegliandoti, la prima notizia che leggi è la scomparsa di un’amica, che non sapevi essere malata. Oppure quello dato dalla delusione di persone che pensavi amiche e che scopri essere tutt’altro. Per non parlare di quello che ti entra nelle ossa quando ti rendi conto di non essere più in grado di fare cose che, prima, ti venivano naturalmente. Insomma , un discreto quadretto, che se non sei in grado di affrontare, Huston, abbiamo un problema. Per il primo elencato, la soluzione l’uomo la cerca da sempre, ma è facile, è dentro di te: un pò nei ricordi ed un pò nell’anima, e nella speranza un giorno di rincontrarci… Per il secondo freddo, è più facile, materialmente: prendi contromisure, prendi le distanze e, se non è sufficiente, prendi la persona per il coppino e glie ne dici 4/8/16… Sull’ultima dell’elenco devi fare il lavoro più faticoso: si chiama mantenersi in controllo, cercare di essere sempre cosciente di quello che fai e di quello che accade vicino a te, lavorare sulla memoria ed essere cosciente delle proprie capacità, senza barare. Perché il bluff lo vedi tu per primo…