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IMMAGINAZIONE AL POTERE…

senza parole
Senza Parole

Potevo anche intitolarlo anche “… in punta di piedi” oppure “il gigante e la bambina…”. Sono quegli scatti che ti riconciliano con la fantasia, l’immaginazione e la tenerezza. E’ un periodo in cui le sportellate da web sono la regola, la cialtronaggine che arriva da tutte le parti, la cattiveria e la voglia di non fare del bene sembra essere legge. Poi volti l’angolo e ti trovi con una coppia nel pieno delle effusioni, riparati soltanto da un cartellone pubblicitario che parla di “50%”, tenerissimi, con lei in punta di piedi per compensare la statura di lui. Meraviglioso. Dopo tante foto scattate , magari composte perfettamente o semplicemente simpatiche, una che racconta tutto: amore, tenerezza, nella propria città, non sfacciati ma neanche nascosti, come dovrebbe essere.
Mi ricordo che da ragazzo, già con gli ormoni a manetta, circa 15-16 anni, quindi più o meno nei primi anni ’70, quando a Milano lo smog esisteva ancora e si mischiava alla “scighera”, in dialetto lombardo la nebbiolina fredda e umida, la usavamo per stare insieme alla fidanzatina del tempo. O nei piazzali, quelli con i giardini in mezzo con le panchine dove la gente che passava a due metri non ci vedeva o sui ponticelli dei navigli dove la ringhiera faceva da alveo naturale per appoggiarsi. Oppure un paio di alberi secolari in via Marina a Milano, vicino a via Palestro, consumati dalle schiene di ragazzi che si appoggiavano per baciarsi.
Oggi ho ritrovato quello spirito in questa coppia, che non voglio neanche sapere chi siano e in che situazione sia il loro rapporto: voglio immaginarmelo, solo immaginarlo, perché l’immaginazione è sicuramente migliore della realtà…

giornatina piena?

prima uscita ore 6:30… prima dell’alba

Quando si dice non essersi seduti un momento, è un falso vero (o un vero falso). Perché svegliarsi alle sei e portare fuori con le prime luci dell’alba (bellissime, tra l’altro) Mou a fare i suoi bisogni a tempo di record, per poi ritrovarsi con Martina per andare al Pronto Soccorso di Vimercate per un’otite acuta e lì passare almeno tre ore, che non è sicuramente un record, anzi, abbastanza veloci, seduti lo siamo stati. Tra una sala d’attesa e l’altra… Finito il tutto, si torna a casa con un plico di diagnosi e ricette mediche, si rimette la pettorina a Mou che si fa un altro giro sino alla farmacia dove noi facciamo il pieno di medicine e lui di coccole da parte dei farmacisti e si torna a casa per fare da mangiare e poi consumarlo. Finito? Nooo… Poi accompagno Martina fino a casa dove a prendersi le coccole sono Olivia e Spike, i cani di mia figlia ed io un’altro caffè. Una mezz’oretta tra giochi con i cani e chiacchiere e riparto per andare a Milano a trovare mio fratello Gianugo che non vedo da più di una settimana. Benino, anche se ultimamente non accetta più molto volentieri il suo fisioterapista ma di fasi così ne ho già viste altre… Terminata anche questa visita risalgo in macchina e torno a casa con il solito traffico milanese che grazie al sindaco Sala ora si concentra più verso l’esterno della città, dando dimostrazione che l’area B/C è il solo vero fumo (negli occhi) dei lombardi. A casa ci si riposa? Noooo, si porta per l’ultimo giretto , fuori Mou e a seguire, lista della spesa e visita al Gigante, tornando praticamente in contemporanea con mia moglie che rientra dall’ufficio, carico di borse cartoni di bottiglie. A questo punto, ultimi punti della routine quotidiana, apparecchiare, preparare il tutto e cenare… Direi che non mi posso lamentare per oggi…