Archivi tag: Giancarlo Fercioni Regista

l’avevo gia’ scritto

PalaOlimpia di Verona

Evidentemente per fare in modo di continuare a fare il mio lavoro devo ripetere ogni volta che è l’ultima…
Quando avevo fatto la regia dell’ultima partita di qualifica della Nazionale di Basket avevo salutato tutti ed era spuntata la lacrimuccia perché pensavo che sarebbe stata l’ultima sullo sport che ho più amato e che continuo, nonostante sia gestito non precisamente benissimo, a seguire ed amare. Ed ero convinto che così sarebbe stato, un pò perché almeno per un anno i diritti televisivi ce li hanno altri e un pò perché mi avvicino all’età della pensione e di rinnovi non ne ho sentito parlare neanche alla macchinetta del caffè ( luogo dove si sanno in anteprima le novità aziendali e non…).
Invece la settimana scorsa mi sono trovato a dirigere le riprese di un Torneo a Verona in preparazione dei Mondiali cinesi, dove, con una configurazione al minimo sindacale (quattro telecamere quattro) sono state prodotte cinque partite di basket di cui tre per Sky e due per i russi.
Parentesi: ne approfitto per ringraziare la troupe che ho spremuto oltre ogni limite e che ha seguito le richieste di questo vecchio regista… chiusa parentesi.
Adesso, per continuare a sperare di dirigere le riprese di altre partite di basket devo proseguire con la lacrimuccia e con l’atteggiamento del condannato a passare le ultime stagioni precedenti la pensione su riprese dedicate al calcio, a studi di calcio parlato, a telegiornali quasi completamente dedicati al calcio, andare a casa e trovare persone che parlano di calcio, aprire il web e i giornali e trovare calcio, calcio, calcio… Non è che non mi piaccia: come tutti gli italiani ho una squadra più o meno del cuore e penso di essere uno dei 60 milioni di allenatori sul territorio nazionale, però… Però dopo più di trent’anni di lavoro dove il calcio l’ho vissuto troppo da vicino (e per fortuna sono riuscito a scappare sul basket), almeno sugli ultimi anni “buoni” , è così impensabile passarli in modo tranquillo?

ogni mese ha la sua filosofia…

Per gentile concessione di C.M.Schultz…

… e Luglio, insieme ad Agosto, ho idea che la condividano…
La battuta di Snoopy è la quintessenza dei mesi estivi, soprattutto se, come me e tanti altri, stai “bruciando” dei giorni di ferie come ha richiesto la tua azienda e non per goderteli veramente in qualche posto. E’ vero che sono comunque giorni di riposo, però lo sono a metà.
Poi, come succede da quasi trent’anni in questa azienda con le varie denominazioni e proprietà, ogni tanto arriva (rigorosamente in questi mesi estivi) qualche warning, qualche avvisaglia di pericolo. Negli anni passati ci sono stati i vari passaggi di proprietà, prima ancora i dubbi sul proseguimento dell’attività, e questo sin dalla nascita di Tele+ con padre Mediaset e madre Capodistria-Koper… Quindi sono molto filosofo, come Snoopy insegna, se siamo sopravvissuti a tutto questo, dovremmo farlo anche questo giro, visto che una multinazionale come ComCast Universal non ti compra solo per divertimento…
Infatti imparo da ieri, vivo l’oggi, guardo al domani e …riposo questo pomeriggio. L’ora migliore per i pisolini, persiane accostate, finestre aperte per creare un pò di corrente d’aria, ventilatori che girano pigramente e divano occupato per il lungo… dopo, passata l’ora del caldone, si può tornare a vivere oggi e guardare il domani… Ricordandosi sempre che anche domani ha un pomeriggio per riposare.
Oltre al fatto di sapere cosa ci riserverà il futuro…

Tu chiamale se vuoi…

Medaglia d’Oro! Medaglia D’Oro!Medaglia D’Oro….

Dopo tanti giorni nella più piatta delle normalità, ogni tanto si esce dalla routine ed arrivano, come dice il titolo… “emozioni…”.
Lo stesso giorno scopro che potrei andare in pensione anche subito (o quasi…), scopro che anche mia moglie potrebbe farà una cosa simile a breve e nello stesso giorno viene messo in palinsesto su Sky, grazie anche alla mia buona abitudine da accumulatore compulsivo, uno speciale per i vent’anni dell’oro di Parigi della nazionale di basket, dove ho vissuto quell’esperienza molto da vicino, praticamente sempre insieme agli azzurri di allora… Speciale molto ben realizzato da Alessandro Mamoli, ma con tutte le immagini e le emozioni che quelle immagini riportano a galla.
Per me , ancora adesso , nonostante la produzione fosse stata fatta con pochi mezzi a causa dell’acquisizione dell’evento avvenuta a budget chiuso e quindi inventandoci cose e persone per portare a casa la produzione, è una delle cose più importanti della mia vita professionale.
E più commoventi: la sintesi di tutto questo è nell’abbraccio tra Meneghin padre e il figlio Andrea, avvenuto quasi a bocce ferme dopo un contatto durissimo subito da quest’ultimo, negli ultimi istanti della finale Italia Spagna. Era un tripudio di endorfine e lacrime: Flavio Tranquillo con la voce disintegrata dall’emozione, il Coach Peterson anche lui non più nano ghiacciato, ma fuso. Tutto il gruppo di lavoro con un marasma misto di magone e commozione: chi in campo, chi in regia tutti con il classico groppo in gola. Io che cercavo di spiegare al cameraman francese tra una lacrima ed un singhiozzo cosa avevo bisogno che mi inquadrasse e lui che ha fatto finta di capire ma ci ha preso comunque con le immagini.
Un avventura cominciata da Antibes che sembrava doversi bloccare lì per un Carlton Myers a fare da salvatore della Patria che sbaglia l’inverosimile sul finale della partita d’avvio del torneo. In carovana su fino a Le Mans dove a parte Sabonis che ha fatto quel che ha voluto, noi abbiamo trattato le altre squadre come degli escargots, piatto locale: ce li siamo mangiati. E poi Parigi. Dove nelle semifinali abbiamo giocato la vera finale, contro la Yugoslavia, e abbiamo vinto, per fare poi una quasi passerella contro la Spagna. Avventura che ha avuto una coda, quando, molto carinamente, siamo stati invitati alla premiazione ufficiale e lì, hanno premiato anche noi, con una copia (non importa ha lo stesso valore) della medaglia data all’Italia.
Poi, vent’anni dopo, con un montaggio fatto da interviste di questi giorni, immagini ufficiali e quelle ufficiose (girate dal sottoscritto) è nato questo speciale che ha riportato a galla le stesse emozioni di allora. Emozioni? Emozioni.

MI VIENE L’ERNIA…

Il bacio di Klimt by Martina Fercioni

… per lo sforzo di mantenere quello che mi sono imposto quando ho aperto questa pagina blog: non parlare di politica, sopratutto adesso che la politica di politico ha veramente poco. Le ideologie sono morte e sepolte nonostante qualcuno giochi ancora con gli “anti” per motivare la propria posizione, quindi no, non parlerò di niente del genere. Invece racconterò del fatto che mi sono emozionato per l’ennesima volta grazie a mia figlia Martina. Dopo tutti i passi piccoli e grandi che ho seguito della sua vita, ora ce n’è stato un altro: alla fine del ciclo di studi presso la MBA ha lavorato per uno spettacolo dove ha mostrato le sue capacità professionali. La foto è di un suo progetto realizzato per questo spettacolo ed io, da bravo papà , mi sono emozionato. Poi l’ho riguardato anche dal punto di vista professionale e l’ho trovato maledettamente ben fatto… e questo ha accresciuto l’emozione e la soddisfazione. E’ una cosa che cerco sempre di fare: ok le emozioni, ci mancherebbe altro, poi la valutazione professionale emerge e cerca di capire il valore vero , per capire se è giusto, se devo suggerirle qualcosa o no.
Tra questa riga e le precedenti sono passate un paio d’ore e una cena, oltre a leggere qualche social: sono sempre più convinto che questo blog deve rimanere pulito. Anzi, avviso a chi si è registrato (cosa che mi stupisce ancora e che ringrazio comunque molto), per favore , parliamo e scriviamo di tutto fuorché di politica: ne sono disgustato. Io sono cresciuto in un periodo in cui lo scontro ideologico era duro, a volte durissimo, ma onesto. Le discussioni si facevano faccia a faccia, a volte si veniva alle mani, ma non ci si nascondeva dietro una tastiera o uno pseudonimo… Questo è l’ultimo scritto in cui accenno anche alla lontana a polemiche più o meno attuali. Meglio “il Bacio” by Martina…

AVANTI, C’è POST…

post analogici…

Questo è un post dedicato ai post, o meglio, dedicato a voi che li leggete i miei post. E’ un gioco di parole in Italiano che non so come verrà tradotto: la frase autentica è ” avanti c’è posto”. E’ una frase usata da chi avvisa che puoi accedere in un luogo: parcheggio, stanza, qualsiasi posto dove si può entrare… Mi sembra di essere uno che spiega le barzellette…
Dicevo, prima di divagare sui significati, che è un post per ringraziare tutti quelli che hanno deciso di dedicare un pò del loro tempo a leggere queste righe, a cercare di capirne il significato, perchè spesso uso modi di dire, espressioni gergali, calembours, tipiche della mia provenienza dalla radio, dove invece di scriverle, le mie idee, le dicevo davanti ad un microfono… Ma il senso e la voglia di comunicare è la stessa, con gli stessi rischi. Anzi, la radio, con la diretta era ancora più rischiosa: quello che dicevo, una volta detto, non tornava più indietro. Qui, almeno, se rileggo quello che ho scritto ( … e non lo faccio spesso…) posso evitare i danni grossi. Riavvolgendo il nastro, sono curioso, di capire come vengono tradotti i miei periodi. Anzi, fatemi un regalo: qualcuno di buona volontà mi può allegare la traduzione di un mio qualsiasi post? Per curiosità, perchè il mio translator è piuttosto fantasioso nelle traduzioni è spesso sono più affidabile io quando traduco manualmente , solo che ci metto il triplo del tempo.
Comunque ancora grazie, non mi aspettavo un tale interesse per le mie squinternatissime idee. Ero partito con l’idea di un diario dove raccogliere pensieri, opinioni, giudizi, qualche fatto che ha lasciato il segno e poco più e… mi sono trovato in Vostra compagnia… Beh, è un piacere, spero di non annoiarvi. Dopo questa parentesi autoreferenziale, prometto, tornerò a divagare sui miei argomenti. Thanks a lot.

MENO FUTURO E PIù FUTURO..

1975 e 2019

… nel senso che , più hai accumulato passato alle spalle e più pensi al futuro. Certo, lo fai in diversi modi, con diversi atteggiamenti e differenti prospettive, ma lo fai. Andando indietro, il massimo dello spingersi in avanti era quello delle prossime ferie, il prossimo Natale, l’eventuale nascita di un figlio, scadenze comunque quantificabili, ma proprio per queste raramente angoscianti o preoccupanti. Invece quando il tempo si accumula alle tue spalle, ci pensi eccome e le scadenze, vicine o meno, le aspetti con più senso di attesa. E non è per il conteggio finale, che sappiamo tutti, ci sarà e quindi è inutile aspettarlo. L’importante è fare nel tempo che c’è e se ci sono delle cose da compiere, facciamole. Diciamo che il classico “facciamo dopo quello che possiamo fare adesso” tipico della gioventù o comunque di periodi della vita con poche aspettative, più vai avanti e meno lo prendi in considerazione. Proprio perchè non l’hai fatto sinora, fallo. Da dove è partita questa osservazione, dal solito iPad? No questa volta no, John Hyatt seguito dal Liga non portano a queste riflessioni… Forse il guardarsi allo specchio dopo avere trovato una foto tessera di 45 anni fa e visualizzate le “lievi” differenze, fa pensare e rimatassare il filo di quello che si è fatto e non fatto in questo tratto di vita.
E quindi dirà qualcuno? Niente, solo il farlo notare dovrebbe far pensare che forse, le cose, sarebbe meglio farle prima.
Aspettare se c’è un motivo, ok, ma l’aspettare per aspettare pensando “tanto c’è tempo” non va bene. Anche senza pensare alle estreme conseguenze, ci sarà in futuro un momento in cui penserete “l’avessi fatto prima…” perchè è la Legge di Murphy, se deve capitare qualcosa, capiterà nel momento in cui non vuoi assolutamente che capiti…
Differenze tra le due foto? La persona è la stessa, continuo a mettermi Lacoste al posto delle camicie, i baffi a parte due tentativi in quaranta e passa anni, li ho sempre tenuti. La barba era biondastra e adesso è sempre -astra (però bianc..), la montatura degli occhiali (miope ero e miope sono) era Lozza allora e adesso è Pinco Pallino, il peso è cambiato più volte sul mio metro e 81, adesso sono quattro chili sopra il dovuto ma precedentemente è stato molto di più. I capelli? A parte una stempiatura ci sono, anche se per comodità li taglio quasi a zero. Il cervello? Funziona e se la memoria ogni tanto segue idee sue, la capacità di analizzare e trarre conclusioni è sicuramente migliore. Questo perché da giovani si parte in quarta, mentre adesso c’è più tempo e si riescono a valutare i pro e i contro.

si puo’ sempre scavare…

180° DI NESSUNO…

…è la pessimistica/ironica chiosa al “… si è toccato veramente il fondo…”. Quando pensi che ti puoi dare una spinta con le gambe e cominciare a riemergere, c’è sempre qualcuno o qualcosa che ti fa pensare al titolo di questo post. Ma facciamo finta di niente: godiamoci l’ultimo giorno di vacanza prima di rientrare nella routine quotidiana.
Oggi papaveri pochi ma papere tante. Nella quotidiana passeggiata con Mou, accompagnati finalmente da una bella giornata, siamo finiti nei giardini della Villa Reale di Monza, dove grazie al ponte extra lungo di questa fine di Aprile eravamo veramente in pochi.
Al punto che nel laghetto vicino alla villa, tutte le papere, cigni, tartarughe e via faunando, erano fuori a godersi questi primi tepori.

mancano i papaveri…

Se avete preoccupazioni che vi ronzano nella testa, fate fatica a liberare la mente dalle menate del lavoro o della vita in generale, fate amicizia con un quattrozampe: loro ascoltano, capiscono e sopportano chiedendo solo un pò d’affetto, che non farete alcuna fatica a dargli/le. Ci sono tanti rifugi dove non aspettano che voi. Non dico e scrivo altro, penso non ci sia bisogno.

Mou and me…

quando il brutto tempo non fa passare il tempo…

Alogena da 2700 Kelvin… Non ho questo incarnato

In questo momento la mia fonte d’ispirazione principale quando sono seduto alla mia scrivania ovvero il mio obsoleto iPod sta suonando un pezzo degli Asia, da Live at Budokan. Gruppo dove una voce a me molto cara, Greg Lake cantava. Premessa: io sono cresciuto (i miei documenti lo dicono) quando gruppi Prog come gli EL&P erano sulla cresta dell’onda. Con tutti i precedenti e conseguenti: Nice per Keith Emerson, King Crimson per Lake e Atomic Rooster per Carl Palmer. Purtroppo del super gruppo ne è rimasto solo uno, Palmer. Una fine molto drammatica per quello che , secondo me è stato uno dei tastieristi massimi del panorama mondiale: Emerson si suicidò in seguito al peggiorare di una malattia degenerativa alla mano destra che gli impediva di suonare e che stava peggiorando. Anche Greg Lake concluse in maniera tragica la sua esistenza dopo essere stato uno dei musicisti più importanti nel panorama mondiale, vittima dopo una lunga lotta di un cancro, pochi mesi dopo l’amico Keith Emerson nel 2016. Resta Carl Palmer, che condivise in tempi differenti la militanza nel gruppo degli Asia e tuttora vi suona. Sembra un articolo tratto da qualche fanzine del periodo… Questo dimostra la potenza della musica nel richiamare alla memoria ricordi e questi a loro volta richiamino la musica stessa, oltre ad emozioni. Intanto Live at Budokan continua a suonare, e s’intona perfettamente al tempo meteorologico, che passa dal ventoso/piovoso, al temporalesco tornando poi al semplicemente grigio con soluzione di continuità… Insomma ci sono giornate sicuramente migliori da prendere in considerazione, però quelle così non sono male per rimettere insieme i pezzi…

remember

interconnesso…

Produzione di 14 anni fa…

Non so se sia per pigrizia o per voglia di raccontare qualcosa di più dei fatti miei: oltre al blog che state leggendo, negli anni passati e tuttora, pubblico anche un sito che raccoglie (per ora, poi vedrò di ridisegnarlo con più senso) cose di famiglia e mie. Questo è un estratto di una delle pagine che tratta del mio lavoro, qualche anno fa, il regista televisivo…
da www.fercioni.com

INTEGRAZIONE. Definizione:Completamento di qualche cosa con l’aggiunta di nuovi elementi.

INTEGRAZIONE TELEVISIVA. Definizione: personalizzazione con l’aggiunta di contributi, interviste e immagini più mirate, di un prodotto già esistente. Realtà: spesso aggiunta dei soli “faccioni” di giornalisti, oltre all’inserimento random di immagini di giocatori, allenatori e illustri sconosciuti su immagini live. 

Non voglio sparare nel mucchio, anche perchè, io per primo ha fatto danni prima di imparare a farne meno, però fare qualche distinguo si può. Intanto bisogna partire dal concetto che noi registi siamo fondamentalmente degli egocentrici e il fatto di non poter “firmare” in qualche modo le riprese ci fa venire l’orticaria. Quindi se vediamo che le riprese di una partita non rispondono ai nostri desideri, cerchiamo di correggere l’incauto collega, il più delle volte combinando danni peggiori. Cosa si può fare per evitare di rovinare ulteriormente la visone al pubblico? A parte il non integrare (che non migliora il programma),secondo me ci sono diversi livelli di intervento. 

Premesso che non si può duplicare il numero delle camere perchè in quel caso cambia nome, non è più un’ integrazione, è una produzione di fatto.Si può, ricevendo il segnale “clean”, cioè pulito, privo di grafiche e personalizzazioni della regia principale, integrarle con una o più fonti di immagini, quali telecamere, contributi registrati o altro. Per fare un esempio, parliamo di una cosa che è in atto in questo momento e cioè la produzione delle partite di serie A di calcio. Ci sono tre Host Broadcaster , Sky, Mediaset e la 7 che si spartiscono le riprese delle partite e che a rotazione, quando le riprese vengono prodotte dall’altro,  integrano con 2 o più telecamere, ed un numero variabile di Rvm che registrano le  telecamere ed un numero altrettanto variabile di segnali diretti delle telecamere della regia principale. 

La cosa che salta agli occhi è la differente matrice, il format, col quale vengono prodotte le partite e le modalità delle integrazioni quanto incidano nel programma finale, quello visto dagli spettatori. Anche se l’origine è comune, quella Mediaset degli anni ’80, l’evoluzione ha preso diverse direzioni:alcune ben precise come quella del periodo “francese” di Tele+, rigorosamente legate ad un format. Altre come quelle di “la 7” , più legate alle idee di un singolo regista, cosa buona finchè il regista in questione produce una sola partita alla volta, ma quando queste aumentano di numero e l’ubiquità rimane prerogativa divina… Mediaset rimane nel mezzo, figlia dell’idea primaria di ripresa simile a quella inglese, ma con le smanie di dover dimostrare di essere più brava delle altre e con i rischi che questo comporta. E le integrazioni vanno di pari passo: Sky interviene molto nel pre e nel post partita, mentre durante si limita ad aggiungere eventuali immagini che aggiungono (e non sostituiscono) alle originali. L’unico caso di “sostituzione” avviene quando sul segnale master ci si attarda troppo, a palla in gioco, su replay o inquadrature strette e si inserisce la cam 1 (proveniente dalla regia principale), per non perdere il gol o fasi significative della partita. Per il resto del prodotto, dovrebbe essere buona grazia mantenere omogeneo il segnale prodotto dall’Host (anche se i brufoli prudono) anche perchè la lettura del pensiero non rientra nelle prerogative registiche e quindi l’errore è sempre dietro l’angolo. 

E’ vero che ci si conosce quasi tutti, tra noi (è un mondo piccolo, come quello Guareschiano) e che ognuno di noi ha un’impronta facilmente riconoscibile, però, hai visto mai, una crisetta di pazzia ogni tanto può capitare… Altra storia quando si lavora tutti dalla stessa parte della barricata e quindi, con briefing, controbriefing e superdoublecheck, si decidono le modalità di ripresa e quindi l’integrazione. Normalmente in questo modo limiti molto le possibilità d’errore (ho detto limiti, non elimini, la Legge di Murphy è lì apposta). 

grigio fuori e un po’ anche dentro.

… si vede anche dall’immagine di testa, no? Giornata casalinga per forza di cose: fuori il diluvio da quasi due giorni, come nelle migliori tradizioni pasquali lombarde. E’ più sicuro che piova qui nei giorni delle vacanze pasquali che nevichi a Natale, sopratutto in questi ultimi anni, dove l’amica bianca ha latitato parecchio. Quello con la faccia più triste è Mou che vede i suoi 7/8 chilometri quotidiani ridotti a uno, quello dell’isolato dove abitiamo… Quindi, dirà qualcuno, ne hai approfittato per fare qualcosa in casa… Ebbene no. per lo meno non sino ad ora. Mi sono deciso a mettere mani sul Blog perchè anche il “poco” va documentato. Poi, scrivendo, magari qualche argomento sensato viene fuori. E’ vero che aprendo i vari social , gli argomenti dovrebbero saltar fuori come i funghi con l’umidità, e invece niente. Anche perché, in Italia più che politici che si insultano e persone che insultano i politici, poco si trova in più. Dopo aver fatto il giro di tutti i siti per collocare cani e gatti, fare gli auguri per i compleanni di amici (veri e di FB), controllare il meteo nella speranza di buone notizie che coincidano con i giorni dove ti serve il bel tempo, poco resta. Intanto ringrazio tutti quelli che si soffermano a leggere queste note: il mio personale “club dei 23” si sta arricchendo quotidianamente… Spero di darvi temi più interessanti di quelli di oggi, decisamente scarsini. Ho acceso anche il mio vecchio iPod da 120 giga di musica in versione random, in cerca di un “clic” dato da qualche vecchia selezione musicale, ma per ora sembra che anche lui si sia allineato al clima piovoso e non suggerisca nulla. Si vede che cinquanta sfumature di grigio si stanno amalgamando in un grigiume uniforme.

grigio anche il display…