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STAGIONOPATICO

Il Castello Sforzesco dal Duomo di Milano

Ho barato, lo ammetto! Queste sono foto di dieci anni fa, quando la skyline di Milano era ancora come quando ero giovane. Non c’erano ancora i nuovi grattacieli, il quartiere Isola era ancora l’unico sopravvissuto alle bombe alleate, piazza Gae Aulenti era ancora di là da venire, la zona del Portello era ancora quella della vecchia Fiera di Milano o quasi e s’intravedeva appena appena il cantiere del nuovo palazzo della Regione Lombardia.

Il Pirellone e la Torre Breda

Allora, se dovevi rappresentare Milano in sintesi, avresti messo il Duomo, il teatro della Scala, il castello Sforzesco, la torre Velasca, La Basilica di Sant’Ambrogio, le Colonne di san Lorenzo, la Galleria e il grattacielo Pirelli. Ma stava per cambiare tutto in previsione dell’Expo che avrebbe portato milioni di visite nel 2015. Stavano per partire (alcuni lo erano già) cantieri ovunque, per la gioia degli ùmarell milanesi ( nota per i non lombardi: gli ùmarell sono gli anziani che si mettono a guardare e commentare i cantieri…) . Intendiamoci, Milano, dal punto di vista architettonico, anche adesso è bellissima, ma la mia Milano, quella che ho vissuto da ragazzo, mi piaceva di più. Forse meno internazionale, sicuramente più grigia a causa dello smog e della nebbia che si spingeva fino in centro, ma con delle atmosfere che ora non ci sono più. Era una città da fotografare in bianco e nero e con tutte le sfumature di grigio: da qualche parte devo avere ancora dei negativi di foto scattate sui navigli e nel Parco Sempione in mezzo alla nebbia che raccontavano cos’era Milano. Anche via Montenapoleone, l’attuale quadrilatero della moda, allora aveva tutta la gamma dei grigi a colorarla. I Bus allora lontani dai filtri antiparticolato e i riscaldamenti molto eterogenei aiutavano questa Milano B/W. Molte industrie erano ancora all’interno della città e questo aveva come effetto secondario di abbassare le falde acquifere milanesi e di rendere “milanese” il cielo. Manzoni lo aveva visto prima della rivoluzione industriale e sapeva quanto fosse “… così bello, quando è bello, così splendido, così in pace…” . Infatti ho dei colleghi romani, con i quali c’era a distanza lo scambio di battute sulla querelle Roma-Milano, che quando sono venuti a lavorare a Milano, sono rimasti stupiti dalla bellezza di questa città…

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