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QUI DENTRO… (2)

Nell’ordine : camera di mio fratello, la mia e la cucina…

Diciassette anni passati qui dentro, con l’accompagnamento mattiniero dei piccioni che nidificavano tra le tegole e le grondaie. Diciassette anni passati spesso nella mia camera, che in realtà era una mezza stanzona, perché le due finestre a sinistra appartenevano ad un locale solo. Enorme, come tutti i locali di questa casa e per questo fatto dividere da mio padre con una parete che non arrivava fino al soffitto perché altissimo, in due parti uguali: una mia e l’altra di mio fratello. Per dire le dimensioni delle stanze, in quella di mio fratello venivano a provare i (futuri) New Dada ancora non famosi , dato che Maurizio Arceri era suo compagno di classe. Quando finivano, lasciavano batteria e strumenti e io mi divertivo a strimpellare quello che mi capitava sotto mano.
Dentro alle stanze c’era una cosa in comune:

la mia scrivania….

…e un’altra gemella nella metà di mio fratello. Originariamente avevano il piano in cristallo nero da me abilmente rotto con una palla da basket. Dimenticavo, già allora avevo questa fissazione. Al che, dopo averle prese da mio papà, quest’ultimo fece sostituire il piano della scrivania con uno meno distruttibile in legno, lo stesso dove 50 anni dopo sto scrivendo… In quella stanza è nata la mia passione per la radio e per la musica: il tutto cominciava quando andavo a letto. Mi portavo la mia radiolina a onde medie ( la modulazione di frequenza non c’era o se c’era non la conoscevano in molti), e la sera , quando la propagazione elettromagnetica aumentava, si riuscivano a sentire le radio europee in onde medie. In particolare, da mezzanotte alle due di notte trasmetteva Radio Luxembourg in inglese con voci e jingles per allora uniche e irripetibili. Dischi che in Italia con la Rai in pieno periodo Bernabeiano, non ci sognavamo neanche di notte…(continua-2)

fusse che fusse la vorta ‘bbona?

nuvole?

Cito volentieri Nino Manfredi, un pò perchè ci sono cresciuto con la sua bonaria ironia, il suo grande volto e quella inevitabile simpatia che generava il solo vederlo e un pò perché qui al nord, la pioggia, la invochiamo da mesi in tutti i modi possibili.

Stamattina un’apparizione: nuvole, accompagnate da un altro indizio di pioggia, il suono di auto (o moto) che provano sulla pista dell’Autodromo, pur in assenza di vento… Poi durante la abituale passeggiata con Mou, quell’odore tipico della pioggia che ci ha fatto accorciare il giro trasformandolo in giretto.

Lo so che non sempre quello che scrivo fatica ad essere interessante, ma è un atto di onestà nei confronti di chi legge. Un blog, per me, è un diario quotidiano che, come è quello che viviamo, a volte interessante e molte altre normale, semplice, qualche volta banale.

Potrei tornare a parlare di basket da tifoso, visto che da addetto ai lavori lo sono sempre meno data la carenza di eventi di questo sport nella televisione per la quale lavoro. Le finestre della Nazionale sono terminate, fortunatamente con la qualifica ai Mondiali che si, manderemo in onda ma per ora non si sa con quale formato. Dubito che vedrete un Fel-cio-ni versione esportazione, a meno di un cambio di orientamento editoriale con relativo implemento di budget…

Reduci da una passeggiata contro Torino, con la formula small-ball sempre più convincente, grazie al ritorno dei due lungodegenti Nedovic e Tarczewski e ad un utilizzo più consistente degli italiani spesso panchinati durante la stagione, l’Olimpia si accinge ad affrontare ben altri impegni. Tipo il CSKA a casa loro, impegno da mente sgombra, dove si potranno testare i maroni della squadra, senza aver paura di sbagliare, dove la formula forzatamente usata del quintetto piccolo potrebbe generare quel sassolino che inceppa le macchine altrui. L’importante dovrà essere la continuità nell’intensità, ovvero giocare così per tutto il tempo della partita. Anche per convincersi sempre di più delle proprie possibilità…

MINIMALIA E MAXIMALIA

CIOE’ COSE PICCOLE E COSE IMPORTANTI…

Punto di vista differente…

Svegliarsi alla mattina con l’ormai solita alba esagerata che ha preso il posto di quelle opalescenti , se non grigie, tipiche dell’hinterland milanese/brianzolo. Poi ricordarsi dell’ennesima figura di menta fatta dalla tua squadra di basket del cuore schiantatasi contro se stessa piuttosto che contro i suoi avversari nella solita partita secca che non sappiamo gestire, quindi fuori dalla Coppa Italia. A seguire, trovarsi a sorridere per il solito rumorosissimo sbadiglio che Mou emette prima di andare a scroccare il primo biscotto della giornata da mia suocera che sta facendo colazione, masticato in modo altrettanto sonoro… Poi realizzare che si sta avvicinando quella che potrebbe essere l’ultima partita di basket diretta come regista di Sky per due motivi tecnicamente molto validi: al momento, a parte l’Nba che riceviamo così come viene fatta dagli Usa e le partite di qualificazione della Nazionale ( che si concludono, dentro o fuori, la prossima settimana) non ce ne sono altre da fare. Ed i contratti in essere non sono in scadenza. L’altro motivo potrebbe essere il super discusso “quota 100” che, se valido e non troppo penalizzante, potrebbe diventare possibile l’anno prossimo il che mi metterebbe di fronte a molte scelte e prospettive sicuramente nuove…
Ah, e mentre sto scrivendo, il mio cagnolone si è sdraiato dietro la mia sedia, in una muta dichiarazione del tipo ” io ti aspetto, ma guarda che mi devi portare fuori… è ora”…

Vado!

oggi com’è?

Spettinicchio…

Giorno strano, strana tempora currunt… Inquinamento a manetta, la “nevicata” ha prodotto due fiocchi due, forse tre e non è stata d’aiuto a nessuno. Le nostre montagne sono come le vedi a Giugno, a parte il Monte Rosa che coi suoi quattromila e passa metri ci mancherebbe non fosse innevato. Si scia lo stesso, per chi si fa andare bene le piste con neve sparata, ma a me non garba… Mi piace andare in montagna e vedere bianco dappertutto, anche perché essendo uno scarsone, ho bisogno di vie di fuga… In ogni caso, la mia stagione sciistica fa il paio con quella di basket: anche lì, a parte la regia delle partite della nazionale maschile e femminile per le qualifiche, mi pare 7 o 8 in un anno, non ho frequentato i palasport. Se nevica quasi quasi vado al palasport… Idee confuse…

A corrente alternata…

ba-ba-ba-basketto

Non sono ancora in formissima, questa nuova influenza si rivela tignosa e insistente come una rivista di gossip o le affermazioni di certi politici. Pensi di essere a posto, poi si riaffaccia il malessere, il fastidio, le chiamate in fondo a destra (o la prima a sinistra, per non fare torto a nessuno, sempre di cessi di tratta…) e sei da capo. Un altro effetto è quello che ti spegne la voglia di fare. Hai cento e una piccole cose che hai messo in lista e ti perdi dietro altre cento, vorresti finire quella tal cosa che hai lasciato a metà qualche tempo fa e ti lasci distrarre da altre di cui ti interessa poco o niente. Per esempio e per rimanere in tema: volevo sistemare l’impaginazione di questo blog e mi sono perso a riordinare qualche fotografia delle centinaia di migliaia che ho in memoria. Riesco persino ( e qui chi mi conosce bene comincia a preoccuparsi) a dimenticarmi che gioca la mia squadra di basket del cuore oppure ne sbaglio (sempre dopo) gli orari… Bisogno di riposo? No, bisogno di lavoro, quello vero, quello che ti fa tornare a casa per dire “…finalmente posso riposarmi”, ma prima ti impegna, ti fa lavorare fisico e cervello, ti impegna, non ti lascia margini per il pazzeggio. Le aree di cazzeggio sono come quelle di parcheggio, non sai mai chi ci trovi e che intenzioni abbia…

Oggi parliamo (scriviamo)di basket…

Il mio vecchio blog  si intitolava così…

Oggi un ritorno alle origini… Per chi mi conosce, non è una novità che parli o scriva di basket: fino all’anno passato questo sport occupava l’80% del mio lavoro e dei miei interessi extra familiari. Poi scelte aziendali non hanno consentito un proseguimento con questi ritmi. Ora, una partita ogni mese e mezzo circa e solo della Nazionale fino alla qualifica dei mondiali. Poi si vedrà. Magari col passaggio della maggioranza azionaria a ComCast cambieranno le scelte, ma per ora la situazione e questa. Anyway, trattiamo di basket giocato: stasera c’è stata quella che per diverse stagioni era diventata una partita di cartello, Sassari contro Milano. La teoria (ma anche i numeri) spiega che nel campionato attuale si gioca solo per il secondo posto, che Milano ha un altro passo e peso, che il budget ecc. ecc. E da appassionato di basket, vedo che purtroppo è così. Perché se c’è una sola squadra cala inevitabilmente l’interesse, gli sponsor non investono più volentieri e il loop negativo porta solo più in basso. Oggi c’è stato un quasi miracolo: forza forse della Sardegna che supporta la sua unica squadra di serie A, forse il gran lavoro di motivazione da parte di Coach Esposito, forse semplicemente la voglia di battere qualcuno più grosso e forte di te , ma quasi ci riuscivano. Paradossalmente, pur essendo tifoso da sempre dell’Olimpia, mi è quasi ( ho scritto quasi…) dispiaciuto. Non diciamo quella bischerata da cronisti del tipo “… peccato che non c’è il pareggio… “.Il pareggio non ci dovrebbe essere in nessuno sport: si compete per vincere. De Coubertin avesse allenato una qualsiasi squadra di qualsiasi sport si sarebbe rimangiato le sue affermazioni. Che nella competizione ci debba essere correttezza e fair play, certo, ma la competizione resta. Magari perdo e riconosco che l’altro è stato migliore di me, ma ci ho provato fino all’ultimo. L’importante è partecipare va messa alla stessa stregua del denaro che non fa la felicità: mezze verità che non dichiarano l’altra metà delle affermazioni. Se partecipo, lo faccio per vincere. Certo che se non partecipo non lo posso neanche tentare. Così come la storia del denaro: senza è molto, ma molto più difficile essere felici. Non ho detto impossibile attenzione, ma sicuramente se non hai problemi di sopravvivenza, sei sicuramente più sereno (che è un gradino più vicino alla felicità)… Tornando al basket, supplementari e vittoria di un punto per Milano. E mi sono molto divertito. Questo è l’importante.