Una pausetta di qualche giorno durante il quale casa mia si è trasformata in un cantiere… Cambiamenti e traslochi interni, spostamento mobili con tutto quello che c’è sopra: soprammobili, centinaia di libri e altro. Smontaggio o spostamento di alcuni di questi, imbianchino per casa, nessun posto camere da letto a parte agibile o fruibile, scatole, scatoloni, scatolette e rotture di scatole ovunque. Un buon motivo per non avvicinarsi ad una tastiera no? Anche perché io ho le dita grosse e i ditoni non vanno molto d’accordo con i tastini degli smartphone… Cos’è successo di rilevante nel post-Natale sino al pre-Capodanno?Routine, a parte i preparativi per quello di cui sopra e i tentativi di addestramento di Alexa, regalatami da figlia e genero. Sto cercando di capire se sono io che cerco di addomesticare questo “assistente personale intelligente”, così lo definisce Wikipedia, o è lei(lui?) che lo fa con me… Di sicuro qualcosa di utile lo fa, come Siri o gli altri assistenti virtuali: se t’incavoli, hai una valvola di sfogo che non se la prende, ti butta fuori di casa o peggio… Al massimo ti risponde in modo molto urbano e inglese l’equivalente di “… ma perché mi dici questo…?” Intanto l’inverno dal punto di vista meteorologico e la sua immagine tradizionale si fa attendere : come potete vedere nella foto che introduce questo post, albe su albe una più spettacolare dell’altra con temperature molto lontane da quelle normali del periodo e passeggiate con Mou che cominciano incappottati, sciarpati e imberrettati e finiscono con giacconi slacciati, sciarpe , berretti e guanti infilati nelle tasche a farti sembrare un canguro con marsupio… Altra attesa, vedere per esempio se i divieti e le segnalazioni dei vari comuni a non usare i botti verranno seguite un pò di più. Alla loro scomparsa non ci spero, però magari cominciare a capire che fanno più male che bene, sarebbe già un passo avanti. Sarà il primo capodanno senza il pauroso Jolly, che ci ha lasciati durante questo brutto 2018. Ti creavamo una zona della casa in cui potevi stare sentendo il meno possibile il rumore che ti terrorizzava… Speriamo in un anno che tenda a migliorare qualcosa, senza proclami, diciamo con la volontà di fare qualcosa di positivo, qui e nel mondo…
GRAZIE!
… per una giornata serena, prima con la tradizionale apertura dei doni, seguita dal primo pranzo natalizio in famiglia dopo tanti anni in cui eravamo gli stessi che mangiavano insieme ogni giorno, per “concludere” la giornata lavorando fino alle tre di notte, insieme ai colleghi/amici del basket a Sky. Un Natale Nba che si è snodato dalle 18 sino e oltre le 6.00 a.M. Fortunatamente l’ultimo studio si è concluso intorno alle due e mezza, lasciando qualche ora di sonno in più. Ma è la serenità, vera anima del Natale che ha permeato tutta la giornata, sottolineandone il vero senso. Il ritrovarsi, lo stare insieme sia in famiglia che sul lavoro .
per questo,
Grazie
Vigile alla vigilia
Per molti è già festa e gli antipasti cominciano già a sommarsi alla lasagna o al primo piatto della regione di provenienza ( in Italia sono talmente tante le combinazioni…). Io ho passato la giornata svegliandomi un paio d’ore prima del solito ed ho cominciato prima fare tutte quelle cose che faccio dopo… Aprire le persiane, scoprire che la giornata dal punto di vista meteorologico non avrebbe avuto niente a che vedere con il natale, con un vento dal nome da asciugacapelli, caldo… Poi preparare la colazione per il resto della famiglia e dopo averla fatta, uscire con Mou a passeggiare, tra parco e paese . Una decina di chilometri con tutto il mondo a spasso vista la bellissima giornata… Dopodiché, niente lavoro, un bel 8 ore di permesso con preparativi natalizi e non, tanti scambi di auguri social e asocial , e poi il clou della giornata: la spesa delle ultime cose per il pranzo di Natale. Affettati, antipasti, schifezzuole di ogni genere in un ipermercato in cui si muovevano come walkin’ dead gente che ci entra solo una o due volte l’anno. Avete presente gli autoscontri al Luna Park? Uguale… Intanto Auguri di un sereno Natale.
Uè, cala la nèbia…
…e come canta Battisti “…quando cala la tristezza in fondo al cuore…” . Cominciare la mattina con una nebbia come non si vedeva da diversi anni, in contemporanea con la caldaia bloccata e il freddo non solo nel cuore ma anche in casa, non ha prezzo. Poi ci si riscatta sempre andando a spasso con Mou, rigorosamente dove vuole lui e mai dove vorrei io… Dopo le prove per lo speciale Natale Nba fino a metà pomeriggio e alla fine scoprire che un giovane/vecchio collega se n’è andato troppo presto, lasciando una giovane moglie e una giovanissima figlia per colpa di un male bastardo e ingiusto. E lì, la nebbia che fino a quel momento era rimasta all’esterno, si è infiltrata subdolamente nel cuore…
Non cosmico, ma quasi…
Mi riferisco al vuoto… ma non fisico. Quello che ogni tanto ti rendi conto di avere fuori e dentro. Quando hai la sensazione che non ci sia nulla di significativo nelle cose che vedi, che ti capitano e che affronti. Spesso la routine non ti aiuta ad uscirne, ma, in realtà penso sia solo una cosa di testa, un pò come quando sei stanco e stressato al punto che non ti sembra ci sia un bandolo della matassa da prendere e seguire per uscire dal labirinto. L’ importante forse è immediatamente occuparti di qualcosa, riempire gli spazi, seguire i puntini numerati, alla fine il disegno si compone e capisci che in realtà stai facendo qualcosa. Da quel punto sei tornato in carreggiata e puoi continuare… La foto di questa nota è una vecchia icona del mio primo sito ( roba di più di un decennio fa) che, molto iconograficamente, raccontava gli argomenti : le riprese televisive, il basket & me (e famiglia). Adesso gli argomenti sono spalmati su più siti:
Storia della famiglia e basket su www.fercioni.com
Storia mia e blog sia su www.fercioni.it che su www.giancarlofercioni.it
Nel primo c’è sopratutto la storia della famiglia dal 1848, anno di nascita di Giuseppe Fercioni e della famiglia a seguire, con in particolare suo figlio (e mio nonno) Giovanni Tranquillo Fercioni, uno dei più grandi sarti italiani del secolo scorso con una discreta documentazione fotografica di modelli del periodo che va dal 1910 ai primi anni ’60.
Negli altri due (uno è questo) è più mirato sul sottoscritto. In effetti il primo probabilmente verrà integrato da quest’ultimo, essendo parzialmente un doppione…
Fatto qualcosa?
Oggi freddo vero, qui nell’hinterland milanese. L’ immagine è del Parco di Monza, prato del Dosso, uno dei preferiti dai padroni di cani della zona. Una passeggiata di qualche chilometro con Mou, chiacchierando ogni tanto con altri “amici di cani”, tra i quali tre ragazzi stranieri con una cucciolina di Weimaraner di quattro mesi: meravigliosa.
I sentieri lungo il Lambro che raccontano come, nonostante l’inquinamento, questo fiume mantenga il suo fascino. Poi se non ci fossero i furbetti dello scarichino che di notte e nei festivi spengono i loro depuratori , sarebbe ancora più bello.
Si esce dalla porta di S.Giorgio, di fronte all’ingresso del Golf, si attraversa la frazione che porta lo stesso nome e che, per i confini precedenti alla nascita del muro di recinzione, è una enclave di Vedano, che adesso è dall’altra parte del Parco, nonostante confini di fatto solo con Villasanta. Attraversiamo il ponticello napoleonico sopra il Lambro, in un punto dove, quando ci sono le piene, è impressionante ( e rischioso) stare. Poi dritti fino al passaggio a livello dove passano i trenini della Lecco-Molteno, ogni mezz’ora circa e poi dritti fino in paese. Totale: 5 chilometri, con le variabili che il camminare con un pelosone comporta. Questa è la mia prima parte della giornata quando il tempo è buono. Se piove, pipì, cacca e sguardo supplicante che chiede di risalire…
Oggi è ?
>un giorno come tanti altri
>un giorno bigio d’inverno
>un giorno da affrontare con lo spirito giusto
> una giornata da dimenticare
Guardo fuori dalla finestra e la tentazione è quella di spuntare la seconda e la quarta tra le ipotesi del giorno. Poi prevale la terza, anche se ci vuole un po’ d’energia per farlo. Certo che ti alzi e vedi un bel tono su tono, grigino su grigione…
Questa seconda parte comincia finita la giornata di lavoro. Dopo una mini passeggiata sotto una pioggia mista a neve con Mou, che giustamente non aveva neanche tanta voglia di rimanere in giro. Facendo un consuntivo dalle ipotesi di questa mattina presto, posso scrivere che forse tutte le ipotesi si sono presentate di volta in volta. Forse escludendo l’ultima troppo drastica. La giornata comincia uscendo da un bel sogno molto vivido che ti fa cominciare il tutto con il famoso piede giusto. Che non ho mai capito quale sia, comunque la prossima volta controllo qual’è…. Poi apri le finestre e vedi un bel muro grigio dove normalmente c’è un prato verde e un cielo azzurro e l’umore si mette tono su tono, grigio anche lui. Poi passeggiatona con l’amico quattrozampe che mi stupisce ogni giorno per l’empatia che dimostra in ogni cosa che facciamo ( salvo quando non la vuole fare…). Guardarlo negli occhi e capirsi al volo, e qui l’umore si rimette in sesto. Dopo i nostri 5/6 chilometri quotidiani, mi metto al volante, solite code che a dicembre sembrano essere la regola e arrivo in ufficio. Altro segnale positivo: se tu arrivi a Sky tra le 10 e mezzogiorno normalmente devi mettere in preventivo almeno venti minuti prima di trovare un parcheggio . Oggi subito. Da non credere. E riesco anche a mangiare una pizza in mensa. Quindi il negativo dov’è ? È quella sensazione che s’insinua appena entri… Una volta lo facevi e tutto quello che accadeva o che c’era da fare veniva affrontato con entusiasmo… Adesso non sempre è così. Questa positività non è più una costante. Spesso è un’ecc…
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Moto, ci vuole del(la) moto…
Se parliamo di passeggiate, sono ampiamente nei termini richiesti: minimo noi seizampe (2 mie e 4 di Mou) quotidianamente facciamo un minimo di sei/sette chilometri al giorno. Se invece parliamo di due ruote, direi che oggi la richiesta viene ampiamente dimostrata, col supporto del nebbione serale e dell’uscita di tutti i pendolari. Un ora e quaranta minuti per fare 28 chilometri, il tutto supportato da un discreto nebbione, non da record, ma dai primi venti posti certamente. A proposito: quand’è che si può fulminare una lampadina dell’auto? Ovviamente la risposta è “…quando stai per rientrare di sera a casa…” . E quando i ti finisce il liquido lavavetri? … Esattamente quando stai per ritornare a casa
SENZA IMMAGINI (…e in maiuscolo)
Questa è la dimostrazione di quanto sono stato bene ieri sera… Nessuna foto, adesso si direbbe nessun selfie, a documentare la serata. Questo per un motivo molto semplice, ogni volta che ci ritroviamo è come se ci fossimo visti poco prima: ricominciamo a chiacchierare, discutere, raccontarcele riprendendo dal giorno prima e non c’è bisogno di conferme visive… anche se il giorno prima era di diversi anni fa. Ci sono rimpatriate che hanno bisogno di tutto il caravanserraglio di foto, indirizzi, raccomandazioni alla fine ed esclamazioni di stupore all’inizio. Questa con Angelo, Gianfranco e Rosy tutte le volte che si ripete è un piccolo miracolo. A parte che ci troviamo uguali. Ho scritto “ci troviamo” non “che siamo”, noi ci vediamo uguali e il fatto che qualcuno sia più stempiato, qualcun’altro sia più segnato, altri ancora più o meno in sovrappeso, passa in fanteria, come si diceva una volta, cioè non lo nota nessuno. Poi l’ho vissuta da milanese che dopo anni in cui Milano l’ho sfiorata solo per lavoro ci torna con nuove luci e vecchie piazze e mi sono goduto tutta la strada da e per l’appuntamento. Poi siamo vicini a Natale e Milano come nelle città di carattere durante le feste esplode di luci, colori e mostra la sua anima brontolona e fraterna. Se poi aggiungiamo il fatto che il giorno dopo (oggi) è il compleanno di una persona altrettanto cara che conosco solo da 48 anni, (vero Nique?) diciamo che il cerchio si chiude. Nel senso buono, visto che le settimane precedenti non sono state un esempio di serenità e relax, ma questi ultimi due giorni hanno rimesso le cose a posto. Grazie amici. Niente immagini, solo ricordi solidissimi e tanto affetto. E tanto basta.
Oggi parliamo (scriviamo)di basket…
Oggi un ritorno alle origini… Per chi mi conosce, non è una novità che parli o scriva di basket: fino all’anno passato questo sport occupava l’80% del mio lavoro e dei miei interessi extra familiari. Poi scelte aziendali non hanno consentito un proseguimento con questi ritmi. Ora, una partita ogni mese e mezzo circa e solo della Nazionale fino alla qualifica dei mondiali. Poi si vedrà. Magari col passaggio della maggioranza azionaria a ComCast cambieranno le scelte, ma per ora la situazione e questa. Anyway, trattiamo di basket giocato: stasera c’è stata quella che per diverse stagioni era diventata una partita di cartello, Sassari contro Milano. La teoria (ma anche i numeri) spiega che nel campionato attuale si gioca solo per il secondo posto, che Milano ha un altro passo e peso, che il budget ecc. ecc. E da appassionato di basket, vedo che purtroppo è così. Perché se c’è una sola squadra cala inevitabilmente l’interesse, gli sponsor non investono più volentieri e il loop negativo porta solo più in basso. Oggi c’è stato un quasi miracolo: forza forse della Sardegna che supporta la sua unica squadra di serie A, forse il gran lavoro di motivazione da parte di Coach Esposito, forse semplicemente la voglia di battere qualcuno più grosso e forte di te , ma quasi ci riuscivano. Paradossalmente, pur essendo tifoso da sempre dell’Olimpia, mi è quasi ( ho scritto quasi…) dispiaciuto. Non diciamo quella bischerata da cronisti del tipo “… peccato che non c’è il pareggio… “.Il pareggio non ci dovrebbe essere in nessuno sport: si compete per vincere. De Coubertin avesse allenato una qualsiasi squadra di qualsiasi sport si sarebbe rimangiato le sue affermazioni. Che nella competizione ci debba essere correttezza e fair play, certo, ma la competizione resta. Magari perdo e riconosco che l’altro è stato migliore di me, ma ci ho provato fino all’ultimo. L’importante è partecipare va messa alla stessa stregua del denaro che non fa la felicità: mezze verità che non dichiarano l’altra metà delle affermazioni. Se partecipo, lo faccio per vincere. Certo che se non partecipo non lo posso neanche tentare. Così come la storia del denaro: senza è molto, ma molto più difficile essere felici. Non ho detto impossibile attenzione, ma sicuramente se non hai problemi di sopravvivenza, sei sicuramente più sereno (che è un gradino più vicino alla felicità)… Tornando al basket, supplementari e vittoria di un punto per Milano. E mi sono molto divertito. Questo è l’importante.