Non cercate un senso nel titolo perchè non ce l’ha. O meglio l’unico riferimento è relativo allo starsene (quasi) chiusi in casa per giorni e giorni.
Scrivo quasi perchè non essendo per ora viralizzato, l’uscire poco nasce dalle indicazioni ricevute e da una prudenza abbastanza ovvia e prevedibile. L’unica cosa è che in questo caso si subisce l’effetto “Grande Fratello”: stare in casa , se non sei costretto, è piacevole… Ma se quasi sei costretto diventa pesante.
Ti inventi cose, per passare il tempo, poi esaurite queste ti attacchi alla tastiera o al touch screen e smanetti, smanetti fino a quando finisce l’entusiasmo anche per quello e ti stiri sul divano davanti alla televisione.
E lì il crollo: o sei fortunato e ti piglia l’abbiocco e ti addormenti, o vai in crisi d’astinenza da sport o film… Eh sì, perchè una cosa è accendere la televisione ad una certa ora perchè sai che c’è quel programma o quella partita o film che ti interessa, o hai Sky o qualche rete on demand dove andare a ricuperare quello che ti interessa o ti metti a guardare cose che non t’immaginavi neanche che avessero il coraggio di mandare in onda. Rimbalzi poi sui tg che continuano a dare numeri di malati, più o meno numerosi e più o meno gravi e quasi rimpiangi le diatribe tra politici.
Poi vedi le loro facce e torni a preferire il virus, valutando che non ci sono poi tante differenze, anzi, potrebbe darsi che questo momento di “mal comune” non ci porti al celebrato “mezzo gaudio” ma per lo meno ci faccia capire che ci sono valori e storie più importante degli anti e degli antianti, i Matteo vs Matteo, i politici letteralmente “attak”kati alle poltrone che neanche il virus li stacca. Speriamo che questa reclusione casalinga ci faccia riordinare l’importanza delle cose e dei loro valori, nella realtà. In Media stat Virus.