A parte la difficoltà di scrivere su un treno ad alta velocità ( e alte vibrazioni), come tutte le cose fatte su uno di queste macchine, pipì compresa. La vera difficoltà è quella di una giornata dove l’umore è aggrovigliato, al pari di una condizione fisica simile, insomma le famose tante idee rigorosamente mischiate e confuse. Aver lavorato su di una diretta di una partita con la notizia della morte di uno dei miei miti di sempre, e che ha accompagnato una buona fetta della mia vita lavorativa e di tifoso, non mi ha messo nelle migliori condizioni possibili.
Se poi aggiungiamo una cena che ha accompagnato la notte in modo molto presente e continuo, si ottiene un giorno dopo che ne trascina le conseguenze… Come nelle migliori ricette aggiungiamo come contorno, guardando fuori dal finestrino del treno, appena usciti da Roma e in viaggio verso Milano, un nebbione degno della migliore Valpadana ( peccato che siamo ancora tra Lazio e Toscana) che completa il quadro del subbuglio viscerale e di testa. Avrei voluto scrivere di emozioni, di sensazioni e di visioni e invece mi ritrovo a sgrovigliare nodi fastidiosi del corpo e dell’anima.