…neanche fossi Celentano…
Che ci azzecca, come direbbe un noto artista di cui non ricordo il nome, questa foto? A parte il documentare la giornata straordinaria per colori, clima, profumi e umore, è la foto che preferisco tra le decine che ho scattato oggi. La guida , come al solito, è stata Mou, il mio cagnolone, che oggi mi ha portato a spasso per sentieri tutti suoi e mi ha fatto vedere posti che conoscevo ma con luci nuove. E questo è il concetto che fa pensare. Spesso siamo abituati a guardare posti, situazioni e cose da un solo punto di vista, poi ci capita per di cambiare angolo visuale e anche l’aspetto delle cose cambia. Se io avessi fotografato la stessa radura nella direzione opposta, si sarebbero visti dei rami secchi, degli alberi spogli , senza alcuna profondità e con delle luci piattissime. E il posto è lo stesso, un tappeto di foglie lasciato dagli alberi di cui sopra, alberi spogli e radi, fascino del posto molto poco. Anche nelle idee della gente bisognerebbe non avere inquadrature “bloccate”, tiriamo giù dal cavalletto i nostri pensieri, manteniamo nella macchina la pellicola che è l’onestà intellettuale, e guardiamo e fotografiamo tutto quello che ci passa vicino. Cercando di vederlo sempre nella luce più interessante possibile. Lo so che ci sono anche brutte cose che non solo non meritano di essere viste ma neanche di esistere, però forse, facendole vedere , passa il desiderio di emularle. Mio padre mi ha insegnato a cercare sempre il lato buffo, strano delle cose, perché c’è sempre. Se si riesce a trovare un lato ridicolo, a sdrammatizzare le cose, diventa più facile affrontarle, diventa più facile viverle. Se siete su un palco, pensate che tutti quelli del pubblico siano in mutande e calzini…