Da quando mi sono svegliato ed ho trovato Nadia, mia moglie, di buon umore e guarita dai disordini del giorno prima, mi sono detto: “…qui ci vuole, per dare un senso alla giornata, un discorso alla Nazione…” . Poi ho realizzato che forse la Nazione avrebbe avuto altro da fare oggi è ho ridotto le pretese : “… qui ci vuole un discorso agli amici e followers… “. Però anche in questo caso , ho realizzato che l’ultimo dell’anno anche amici, followers e parenti sarebbero stati in altre faccende affaccendati. Centrato il target ho pensato: “devo fare un discorso di fine anno a Mou, il mio cane.. ” . L’ ho chiamato, è arrivato, ha preteso qualche coccola, poi visto che gli parlavo e non lo facevo giocare e non gli davo nessun premietto, si è di nuovo sdraiato sul tappeto a pisolare… Forse l’idea del discorso alla Nazione non funziona più, non c’è nessuno che ci crede. Ma mica solo se lo faccio io. Una cosa voglio dirla però, in un momento in cui tutti si augurano un futuro migliore, guardano al domani come se non fosse quasi uguale all’oggi e a ieri. Guardate indietro. Ma non a ieri o prima. Mi riferisco proprio in senso fisico. Il contrario dell’avanti. Indietro. Oggi al parco, mentre passeggiavo con il cane, in una delle migliaia di soste imposte da odorini, annusate, marcature del territorio, pipi e cacca moments, mi sono voltato e ho guardato la direzione da dove arrivavamo…
Bellissima. Molto meglio di quando guardavo in avanti. La luce, le immagini, il punto di vista differente, cose che quando ero passato prima non avevo notato. Forse si può applicare anche al concetto di anno nuovo. Proviamo a guardare l’anno vecchio quando siamo nel nuovo: vedrete che vi sembrerà sicuramente migliore, che qualcosa che vi era sfuggito tornerà alla memoria e vi farà dire : “… dai , non è stato poi così male…”.